DEI PAPI «83 zione. Nè fu guari più felice negli sforzi da lui fatti per ricomporre a concordia gli altri principi d’Europa. Intanto la libertà d’Italia era compromessa dal successo del-1’ armi di Barnaba Visconti signore di Milano. Gregorio fece lega col conte di Savoia, il marchese di Monferrato, quello d’Este ed altri principi italiani per arrestare i suoi progressi. 11 pontefice .per provvedere alle spese della guerra a cui lo trasse questa confederazione , ebbe ricorso a decime da lui imposte sul clero d’Inghilterra e di parecchi regni del Nord. Alle armi temporali congiunse le spirituali scomunicando Barnaba e Galeazzo di lui fratello, e proibendo anche di contrar matrimonii colle loro famiglie : » Questo divieto, dice Fleury, indusse però parec-» chie persone a ritirarsi dalla loro alleanza cui avrebbe-» ro di buon grado richiesta » . I Visconti non cessarono però di tenere il fermo contro i loro nemici (Ved. i duchi di Milano ). Dice Muratori che Gregorio fu un buon papa ma che aveva in Italia dei cattivi ministri che non ad altro miravano che a divorar le rendite della camera pontificia, c ad opprimere coll’estorsioni i popoli senza curarsi di far amministrar tra essi giustizia. Terminata che fu la guerra contro i Visconti, Guglielmo cardinal-legato di Bologna ne occasionò una nuova nel i3j5, volendo togliere ai Fiorentini la bella terra di Prato. Questi per difendersi da una così ingiusta impresa, strinsero nuova lega colla regina di ’Napoli, co’Sienesi e i Pisani, e sollevarono inoltre a rivolta la più parte delle città dello stato ecclesiastico. I Romani stessi nell’anno vegnente stanchi di veder la loro Chiesa priva di pasture, minacciarono di eleggere un antipapa, e aveano già posto l’occhio sull’ abate di Monte Cassino che diede loro il proprio assenso ove Gregorio non si affrettasse di venir a risiedere tra loro. Spaventato da queste minacce, e d’altronde indotto dalle rimostranze di santa Catterina da Siena, e da Pietro infante d’Aragona, Gregorio cedette finalmente ai voti del suo gregge. Egli partì d’Avignone il i3 settembre i3j6 malgrado gli sforzi fatti per trattenerlo da suo padre ch’era ancor vivo, dal re di Francia c da altri personaggi di gran conto, c s’imbarcò a Marsiglia il 22 settembre per recarsi a Roma. Le acclamazioni del popo-