CANTI ILLIRICI 303 Che sei meco stata sotto la tenda. 510 A me sarai cara per sempre. Ti menerò a Jedréniscia città; Ordinerò trenta ancelle, Che ti tengano le balze e le maniche: Ti manterrò a miele e zucchero; 515 T’abbiglierò di ducati Da’ capelli all’erba verde. Or dà nello Strainic Bano. — Femmina, facile gli è sedurre. Leggera salta come impazzata; 520 Raccatta un mozzicone di spada, Avvolge quello nella ricamata pezzuola, Che la candida mano a lei non ferisca: Poi mena ratta di qua e di là. Cansa il capo il Turco Alì: 525 Ed ella percuote il signor suo, Il signore, Strainic il bano, In sul capo nel girevol pennacchio, E sul suo bianco turbante: Gli taglia il dorato pennacchio, 530 E taglia il bianco turbante: Un po’ ferisce la testa al prode. Fila sangue dal prode viso, Che quasi irrigava gli occhi ambedue. Sgomentasi Strainic il bano 535 Del perire come un fiacco ed un malaccorto. (511) Odvesciu — deduco, abduco —. Adrianopoli. (515) Qui vale zecchini. Oli Slavi ne appendono bucati al berretto delle donne e a’ vestiti. (518) Lett. Parte di femmina. (523) Oblegie : obvolat. Vola intorno percuotendo. Una voce. (527) Imperniato, sì che girasi sopra a se. (533) Poli, zalit. Il medesimo verbo : effundo, perfundo. (535) Per mano di donna senza difesa. Besumno risponde al demens, all’excors.