DEI PATRIARCHI EC. FLAVIANO solo. 3ga. FLAVIANO, morto clic fu il suo rivale, riuseì ad impedire che i partigiani di lui gli dessero un successore, ma non potò peraltro farli entrare nella sua comunione. Nell’ anno 3o8 venne ristabilito in quella di Roma colla mediazione ìli san Grisostomo e di Teofilo d’ Alessandria col quale crasi egli riconciliato. Allora si unirono a lui tutti i vescovi d’Oriente, e non perseverarono nello scisma clic i soli Eustaziani di Antiochia. Flaviano morì Panno 4°4 (f°rse settembre) colla riputazione di uno de’più santi, e più eloquenti prelati del suo secolo. Abbiamo di lui il bel discorso con cui disarmò la collera di Teodosio che stava per ¡scoppiare contra gli abitanti di Antiochia, per aver fatto oltraggio alle sue ima-gini, e a quelle di sua famiglia in una sedizione occasionata da alcuni tributi imposti sulla città. XXXVII. PORFIRIO. 4o4. PORFIRIO, prete di Antiochia, venne clandestinamente ordinato vescovo di questa Chiesa pochi giorni dopo la morte di Flaviano. Rigettato dalla maggior parte del clero e del popolo egli fé’lega coi nemici di san Grisostomo. Questo procedere aumentò la pubblica avversione contro di lui, ma gli rese favorevole la corte. L’imperatore Arcadio ordinò con un editto di comunicare con Teofilo d’Alessandria, Porfirio di Antiochia, e Arsacc di Costantinopoli. In virtù di questi ordini la gente dabbene venne perseguitata. Porfirio nell’ anno 407 ottenne ordine di far trasferire Grisostomo da Cucuse a Pithysunte. Si costituì con ciò, dice Tillemont, P autore principale della morte, che rapì dal mondo nel suo viaggio quel santo. Dio differì però ancora alcuni anni la sua punizione, aggiunge lo stesso scrittore, e forse sino al 4*3 0 4I4i cui si crede esser morto Porfirio.