-196­ più proseguire per la violenza raggiunta dal vento e perciò fu~ 'rono costrette a dar fondo alI'ancora a ridosso del Capo. Al mattino del 1 7 T opal iniziò la manovra per uscire al lar­go ed a ciò lo persuase anche l'aver scorto all'imboccatura del Canale le galere arrivate da Imbro, che egli ritenne fossero quel~ le dei Bey che già si trovavano in Arcipelago (figg. 45-46-47). Questa convinzione di T opal era dovuta agli ordini che egli aveva dato ai Bey dell'Arcipelago di attendere la sua uscita davanti alla spiaggia di Troia per prendere l'Armata cri~ stiana tra due fuochi e procedere poscia tutti uniti alla ricon~ quista di Tenedo e di Lemno. T opal al di dentro dei Castelli disponeva di 30 galere, 1Ogaleazze e 18 navi a vela ed aveva uno stuolo assai nume~ roso di saicche e barconi per trasporto di circa 50 mila uomini da impiegare per le operazioni a terra. Tagliarono primi la linea dei Castelli i vascelli a vele spie~ gate ben gonfie data la forza del vento. Unitamente ad essi uscirono anche 8 galeazze. Questo gruppo, spinto dal vento e dalla corrente in poppa, in brevissimo tempo giunse all'altezza dei vascelli e delle ga~ leazze veneziane che sorgevano sull'ancora nel Canale, e im­pegnò un combattimento vivacissimo. T opal colle galere scortato dalle rimanenti due galeazze uscì appena ultimata la manovra dei vascelli. Anche le galere, per rendere più sollecita la manovra, alzarono la vela di trin~ chetto onde raggiungere al più presto il gruppo di galere che T opal riteneva sempre fossero quelle dei Bey. Le saicche con le truppe da sbarco invece attesero per uscire l'ordine che doveva essere loro impartito da T opal ap­pena l'andamento del combattimento lo avesse consigliato. Il combattimento tra i vascelli e le 8 galeazze turche e le navi del Bembo e le galeazze del Renier si era andato sem­pre più intensificando. Occorre tener presente che la forma~ zione veneziana era alquanto disordinata perchè il vento, il mare e la corrente fortissima avevano fatto arare sulle ancore molte delle navi. La Capitana e l'Almirante turca abborda­rono la Capitana del Bembo che resistette impavido rimanendo sull'ancora, ma poco dopo, imitato da tutti gli altri vascelli e galeazze, il Bembo tagliò le gomene delle ancore e si gettò