CRONOLOGIA STORICA » manda ai pastori di allon-» tanarsi dallo spirito di do-» minazione. So bene che » dall’ una e 1’ altra parte » noi crediamo di aver ra-» gione, e di non ingannar-» ci in nulla, ma attenghia-» moci alla Scrittura, ed ai » dettati de’santi Padri » . Colla stessa franchezza egli scrisse ai cardinali. Il greco imperatore Giovanni Vatace scrisse pure per conto suo al papa, il quale c a lui e al patriarca rispose con molta dolcezza. Sul finir della lettera a quest’ ultimo egli diceva, che al momento in cui la Chiesa greca s’ era separata dalla latina, essa avea perduta la sua libertà, ed era fatta schiava della possanza temporale. Il Fleury, osserva su questo proposito che il fondamento di questo rimprovero è che il clero presso i Greci era assai più sommesso ai magistrati che non quello dei Latini, il quale assai meglio conteneva nei suoi antichi limiti l’immunità ecclesiastica. Le lettere pontificie furono da quattro religiosi recate a Nicea, ove essi ebbero degli abboccamenti co’Greci alla presenza dell’imperatore. Furon queste i preliminari di un Concilio adunato dall’ imperatore nel mese di aprile 1233 minato da Innocente III, a patriarca di Costantinopoli nel mese di novembre 1215. In tal qualità intervenne alla continuazione del Concilio. Gervasio stabilito sulla sua Sede osò di eguagliarsi al romano pontefice, affettando d’inviar nella giurisdizione del suo patriarcato legati ai quali egli conferiva gli stessi poteri che i papi davano ai propri; ciò che molto increbbe alla corte di Roma. Avvenne la sua morte nel correr dell’anno 1220. III. MATTEO. 1221. MATTEO, vescovo di Jesol nel ducato di Venezia , fu nel mese di marzo 1221 nominato da Onorio III, al patriarcato di Costantinopoli . Negli esordii del suo ministero egli ricalcò le pedate false del suo antecessore. D’ altronde visse lussuosamente, e mollemente, prodigalizzò le rendite della sua Chiesa, e neglesse la cura dell’anime di cui era incaricato. Gli venne altresì imputato di aver conchiusi illeciti trattati coi Veneziani contro le altre nazioni. Il papa istruito di questi suoi procedimenti lo minacciò d’interdetto ed anche di deposizione