CRONOLOGIA STORICA un giorno più tarili. Conciosiachè allora era di regola die non si procedesse all’elezione di un papa che dopo la tumulazione del suo antecessore. Nel giorno che segui la sua consacrazione egli ricevette il pieno omaggio di Pietro prefetto di Roma al quale conferì con un mantello l’investitura della sua carica dopo avergli fatto giurare di riconsegnarla tosto glielo venisse ingionto. Nel tempo stesso egli fece prestar giuramento di fedeltà dai senatori cd altri uffiziali. Tutti questi magistrati erano stati a quel tem^o istituiti in vista de’nuovi imprendimenti che face» vansi a’ danni dei diritti imperiali. Nota Muratori essere stato allora che l’autorità degli imperatori in Roma mandò l’ultimo fiato. Se non che i Romani erano si stanchi dell’ estera dominazione che vennero volontarii ad assoggettarsi all’ obbedienza, che richiedeva da loro il papa. Innocente dopo aversi fatta obbediente Roma rivolse i suoi pensieri a ricuperare i possedimenti che la santa Sede a -vea tenuti in Italia, e discacciarne coloro che gli aveano usurpati. Ei costrinse Marquard, il consiglier principale dell’imperatore Enrico VI, che gli avea dato in sua balia la marca d’Ancona, e Corrado duca di Spoleto, a restituir queste terre alla Chiesa romana. Egli rivendicò pure il patrimonio della Chiesa in Toscana, ma non potè riavere l’esarcato di Ravenna dalle mani del suo arcivescovo. Persuaso la giustizia essere la salvaguardia degli stati e il legame che attacca più strettamente i sudditi al sovrano, non ne confidò l’esercizio che a persone illuminate e di probità riconosciuta. Egli stesso tre volte la settimana teneva il concistoro, del quale erasi quasi abolito l’uso. L’attenzione che dava nell’esame degli affari, la sagaci-tà con cui disbrogliava i più malagevoli, l’andamento regolare che osservava nella procedura , 1’ equità che facea apparire ne’suoi giudizii, trassero in Roma tante cause e così importanti che da lunga pezza non erasi veduto nulla di simile. I giureconsulti più dotti venivano ad udir- lo per educarsi ne’ suoi concistorii, e lo riguardavano quale riformatore della giurisprudenza. Montando la santa Sede egli trovò vacante il trono di Germania, e indi a poco vide due concorrenti, Filippo di Svevia, ed Ottone di Bruii -svich a disputarselo tra loro. Egli si dichiarò pel secondo.