a5o CRONOLOGIA STORICA to più necessario che la maggior parte della nobiltà non poteva autorizzare i propri atti per non saper scrivere e firmare se non col mezzo dei suggelli sui quali erano incise le loro armi. Dopo il i5i5 quando la nobiltà ed anche la comune del popolo coltivarono di più le scienze attesa la protezione accordata ad esse dai re e dai principi, scemò l’uso dei suggelli, e adesso è limitato alle lettere di provisione, ai certificati, agli atti pubblici ed ai semplici suggelli delle lettere. Ma tutti gli altri atti e particolarmente i pagamenti militari eh’ erano senza numero :i, non sono più Fr. 1720 pag. Sotto il regno di Francesco I il battesimo ancora si amministrava in Francia per triplice immersione. Gli statuti sinodali di Guglielmo du Prat vescovo di Clermont, pubblicati nel i53j7 portano : Prima imrnersio fit curri di-cetur In nomine Patris: secunda cuín dicetur, et Filii; tcrtia cum dicetur, et Spiritus Sancii. Ha quindi torto un cronologo moderno nell’asserir come fa che quest’uso non ha sussistito che per poco tempo in Occidente. Francesco I era così amante delle lettere e delle scienze che camminar fece per Tolosa il rettore dell’tiniversità al proprio fianco preferentemente ad ogni altro, e colle sue lettere patenti del mese d’agosto 1533, conferì il diritto di cavaliere ai professori della stessa università. Uno di essi chiamato Biagio d’ Auriol, ricevette, benché prete, l’anello d’oro, la spada e gli speroni dorati. I professori anche al presente si fanno seppellire con questi distintivi d’onore (Meni, de Baville interni.). Sotto lo stesso regno avevavi consiglieri del re alle lingue de’porci, il cui ufficio consisteva nell’ esaminar le lingue di questi animali per verificare se' fossero leprosi. Fanno di ciò fede i registri del parlamento dell’anno i544- Francesco I è l’autore della formula: Perche tale è il nostro buon piacere, che si adopera nella maggior parte degli editti o lettere regali. Il marco d’oro sotto il suo regno ascese a centoses-santacinque lire, sette soldi e sei denari, e quello d’argento a quattordici lire e dieci soldi. come al presente e eh erano tutti sigilla autenticati se non colle firme ( Mere, di 8 e 9).