CRONOLOGIA STORICA ticrir.si. Il conte d’Auvergne ottenne grazia al pari del barone di Lux,- il principe di Joinville e parecchi altri che avevano preso parte alla cospirazione. L’alleanza degli Svizzeri colla Francia spirando nel 1602, venne da quarantadue ambasciatori dei primi rinnovata a Parigi il 20 ottobre dell’ anno stesso nella Chiesa della cattedrale. 1 Gesuiti dacché furono espulsi di Francia, davano opera incessante perche si rivorasse il decreto che gli aveva sbanditi. Il re vinto dalle sollecitazioni di personaggi importanti, che s’interessavano in loro favore, e specialmente da quelli del papa, emanò finalmente un editto a Rouen nel settembre i6o3 che li richiamava. E osservabile il motivo di questo richiamo. Il re, dice il p. Jouvenei, calcolò essere a lui più conveniente 1’ avere i Gesuiti ad amici piuttostochè a nemici: consultius judicavit habere ami-cos c/uarn infensos. L’ editto non fu registrato al parlamento di Parigi se non il 2 gennaio successivo a motivo delle opposizioni fattevi dal primo presidente di Harlai , dall’avvocato generale Servili e da parecchi, altri membri del corpo. 33 fin, eli cui ammettete la deposizione contra di me benché sia stato mio 33 complice. Ma questa lettera prova eh’ io aveva rinunciato a5 miei slrava-w ganti progetti. Io gli osservo: poiché piacque a Dio di dare al re un 33 figlio , non voglio più pensare a tutte queste vanita, perciò non man-33 cale di ritornare. La mia sciagura ha questa consolazione che nessuno 33 di voi ignori i servigi da me resi al re ed allo stato. Io vi ho ristabiliti, o 33 signori, sopra i fiori di giglio, da cui vi avevano stacciato i saturnali della 33 lega. Questo corpo che oggi dipende da voi, non ha alcuna vena che non sia 33 per voi cicatrizzata. La inano che ha scritto queste lettere prodotte contra 33 di me, è quella che operò lutto il contrario di quanto scriveva. E vero che 33 ho pensato ed ho scritto più che non doveva, ma dove è la legge che pu-33 nisca di morte la leggierezza della lingua e il molo del pensiero? Non po-35 leva io nuocere al re in Inghilterra e nella Svizzera ? Nondimeno io .usci » incensurabile da queste due ambascerie. E se voi considerate con quale 33 colleggio io sono venuto, in quale stato lasciai le piazze di Borgogna, cosa nosccrele la fidanza di un uomo che si teneva sicuro della parola del suo 33 re e la fedeltà di un suddito ben lontano dal farsi sovrano nel suo governo. 33 Assicurato del mio perdono io diceva a me slesso: il re troppo conosce il 33 fondo del mio cuore per sospettare della mia fedeltà. Che s’ egli non mi ha 33 dato la vita se non per farmi morire», un tal procedere non sarebbe degno 33 del suo gran cuore nè potrebbe essergli ispirato se non dai nemici della w sua gloria e dai miei. Io voleva far male, ma la mia volontà non ha fran-