DEI RE DI FRANCIA nifesto in risposta alle pretensioni di suo zio, e delle imputazioni della lega. Il secondo manifestò i suoi timori o il suo scoraggiamento con un’ apologia, con cui si confessò colpevole, e scongiurò i faziosi di deporre le armi. Fece anche di più : si uni ad essi mercè un trattato sottoscritto il 7 luglio a Nemours, e diede in conseguenza 1111 editto per rivocare tutti i privilegi dei Protestanti ed accordare ai capi della lega delle piazze di sicurezza, come nc avevano antecedentemente ottenuto i primi. Allora si accese in tutte le provincia il fuoco della guerra. Il duca di Mercaeur (Filippo Emanuelle di Lorena) in Bretagna, combattè per la lega; Lesdiguieres nel Delfinato pegli Ugonotti; il duca di Montmorenci pei Bealisti, e il duca (Anna) de Joyeuse contra di questi in Linguadoca. Morto in questo mezzo Gregorio XIII, Sisto V che gli succedette segnalò la sua esaltazione con una Bolla del io settembre contra il re di Navarra ed il principe di Condè , tacciando questo di bastardo sulla supposizione che Giovanna d’Albret loro madre fosse maritata al duca di Cleves prima di sposare Antonio di Borbone, e dichiarandoli inoltre eretici, recidivi, scomunicati , decaduti da tutti i loro do-minii ed incapaci di succedere al trono di Francia. Risposero i due principi a questa Bolla il 6 novembre con una protesta che riuscì loro di far affiggere alle porte del Vaticano. Questo colpo di energia conciliò ad essi la stima del papa, il quale nel fondo condannava la lega, come una cabala pregiudicievole all’autorità dei re e agl’interessi della religione. Ma la Bolla di Sisto non lasciava di favoreggiare i faziosi coll’ escludere dal trono di Francia il re di Navarra ch’era il principe che più stava loro a cuore. Fu allora che si formò tra que’ di Parigi una lega particolare che chiamossi la lega dei sedici, non dal numero di quelli che la componevano, poiché, a quanto pretendesi, essi non erano che dieci, ma da quello dei quartieri di Parigi che si erano distribuiti tra loro per 1’ amministrazione degli affari pubblici. Benché fossero tutti gente venduta al duca di Guisa, nonostante si formò a sua insaputa la loro associazione. Essa fece molti progressi in poco tempo, è fu sua prima opera la stampa della Bolla di Sisto V.