228 CANTI ILLIRICI 10 Cacciolli al buio in carcere, Ove giace l’acqua al ginocchio E guerriere ossa alla spalla. Grida il guerriero Milosio di Pogeria, Grida Milosio come invelenita serpe; 15 Chè non è Milosio uso Sopportare la pena ed il male: Grida Milosio come invelenita serpe; S’avviticchia alla finestra della carcere, E guarda, il guerriero, nella via, 20 Aocchiasse mai qualche noto. Ma aocchia il procaccio delle lettere. Or chiama Milosio di Pogeria: , Fratello in Dio, procaccio, Recami un foglio di carta 25 Ch’ io ti faccia una lettera fitta. — Il procaccio per amor di Dio fece; Recagli un foglio di carta. Siede Milosio, una fitta lettera a scrivere, A Prilipa la bianca città, 30 Al suo fratello Cralievic Marco: Fratello in Dio, Cralievic Marco, O non sai, o non t’importa di me. In grave travaglio ti son caduto, Fratello, nell’ ungare mani. 35 Presemi Vuco generale, E meco ambi i miei confratelli: (12) Di morti in carcere. (16) Nevolju. Ogni dolore: come se il dolore infermasse l’umana volontà. (20) Znana. Conoscente ; Ps. Unanimìs meus, et notus meus. (21) Prima opazio, aocchiare guardando intorno: poi pripazi, aocchia affisandosi* (21) Altri legge altrimenti. Poscia è certo voce più moderna del canto. (24) Artije che avranno prima scrìtto col x* (25) Piena di cose; che molto dice in piccolo spazio, scritta con cura. (36) Oba, ambo. E Vo illirico e Vani latino valgono intorno. L'o e Yob ro* mano; Vam romano e il greco àu