DEI RE DI FRANCIA 3o5 nulla e ritirossi. Egli sperimentò ben presto il contrario; poiché uscito dal suo palazzo senz’ altre armi che la' sua spada, pacificò il popolo colla sua sola presenza, e di barricata in barricata liberò i poveri soldati, di cui venti circa erano già stati uccisi e un maggior numero feriti , e li fece condurre al Louvre. Spaventato da questo tumulto il re uscì di Parigi il i3 e si recò a Chartres, poscia a Rouen ove passò tutta la state. La sua partenza costernò i Parigini , e diede loro a temere di una vendetta proporzionata agli oltraggi eh’essi gli avevano fatto. Per ottenere il loro perdono e il suo ritorno, gli spedirono una deputazione, alla cui testa frate Angelo, cappuccino (dapprima Enrico di Joyeuse, uno dei favoriti del re). Accompagnato da’suoi confratelli, e da gran numero di persone incaricate di rappresentare la passione del Salvatore , partì frate Angelo p giunse a Chartres col corpo nudo sino alla cintola ,• sulle spalle una pesante croce di legno e due cappuccini a’fian-chi che lo battevano a forti colpi dt disciplina. In questo stato si reccf a gettarsi ai piedi del re che ascoltava véspero nella cattedrale. Enrico commosso egualmente che sorpreso da tal vista, diede favorevole risposta ; ma invece di far ritorno a Parigi passò a Rouen. Ivi si fece la pace il 21 luglio co\V editto di riunione, che tra le altre cose contiene , che accadendo la morte del re seuza figli maschi, non gli si darebbe per successore verun principe eretico o fautore di eresia. Il re partì sul finir eli settembre pcgli stati di Rlois, la cui prima sezione fu tenuta il 16 ottobre. Non mancò di recarvisi il duca di Guisa; era suo scopo di farvi deporre il re o di ridurlo alla condizione dei re da nulla della prima stirpe sotto i prefetti del palazzo. Questo è ciò che il duca di Majcnne, di lui fratel- lo , disgustato a quel tempo con lui noti meno che col cardinale di Guisa, altro di lui fratello, fé’dire a quel monarca da Alfonso Ornano verso i primi del mese di dicembre. Enrico III ricevette d’altra parte avvisi consimili, che non furono che confermati di troppo dalla condotta tenuta negli stali dal" duca di Guisa. L’ audacia che dispiegò, e le domande insolenti dei deputati clic non agivano che per sua ispirazione, 11011 permisero più ad Enrico III di dubitarne. Questo principe prese finalmente la T. V. 20