DEI RE DI FRANCIA 29 estorte dai capitoli per soggetti indegni da cui aveva ricevuto denaro. Egli fu testimonio di parecchi grandi avvenimenti a cui non prese veruna parte: tali sono le crociate che presero nascita in Francia sotto il suo regno , tale il conquisto dell’ Inghilterra fatto da Guglielmo il Bastardo duca di Normandia ec. I figli ch’egli ehbc da Berta sono, Luigi che fu il suo successore, Enrico morto giovanetto, Carlo alla cui memoria Luigi fondò l’abazia di Charlieu nel 1136,-e Costanza maritata', i.° con Ugo conte di Sciampagna; 1° con Boemondo principe di Antiochia : .Bertrade gli die’Filippo conte di Mantes ; Fleuri 0 Floro che sposò l’erede di Nangis, e Cecilia moglie, i.° a Tancredi principe di Galilea cugino di Boemondo; 2.0 a Pons conte di Tripoli. L’abate Vclly seguendo il presidente Henaut aggiunge a questi figli di Filippo e Bertrade una figlia da lui chiamata Eustachia maritata, si dice, con Giovànni conte di Etampes. Ma niun antico monumento fa menzione di questa figlia, e d’ altronde Etampes non aveva ancora conti a que’ tempi (V. i conti d' Etampes). Bertrade molt’anni dopo la morte di Filippo si fece religiosa a Ilautebruyere, priorato dell’ ordine di Fontevrault, da lei fondato nel 1116. È ignoto l’anno di sua morte. Un aneddoto che sfuggì a tutti i moderni è, che Filippo alcuni anni prima della sua morte (verso l’anno iioò) aveva attestato a sant’Ugo abate di Cluni, di voler finire i suoi giorni in questa abazia. Una cosa sola gli dava imbarazzo, il saper cioè se avevavi esempio di re fatti monaci. Sant’Ugo gli rispose che sì, e gli addusse l’esempio del re Gontrano, nel che non die’prova di sapere; poiché Gontrano re di Borgogna non fu mai monaco. Egli volle forse dir Carlomano fratello del re Pipino. Che che sia, sant’Ugo dopo la morte dell’imperatore Enrico IV, scrisse a Filippo per sollecitarlo ad eseguire il suo disegno, dimostrandogli l’urgente bisogno che aveva di mutar tenore di vita, e fare luminosa penitenza; quarti poenitentiam, die’egli, vel coiwcrsioncm nec faciliori ut credimus, nec cerliori via potestalis apprchendere quarti quod multum volumus et optamus monarchica professione ( Spicil- T. II. pag. 401 e 402). Cotesta lettera alla quale certo si vorrà accoppiare vedute interessanti, lu /