DEI RE DI FRANCIA 383 ro ritorno con fuochi di allegrezza • alla guisa stessa che aveva celebrata la lo^o presa. Agli 11 di marzo il parlamento emanò un decreto contenente eh’ esso informereb-besi delle depredazioni fatte nelle finanze dal cardinale, e nel 18 aprile il re pubblicò una dichiarazione vietante l’ingresso nel consiglio agli stranieri, ed anche agli stessi cardinali francesi. Questa dichiarazione fu registrata il giorno dopo al parlamento a malgrado l’opposizione del clero. Il a maggio ritornò in corte il maresciallo di Turenna, ne fu accolto onorevolmente , e talmente ne prese l’interesse che nulla poi valse a staccamelo. Il giorno 6 luglio il principe di Condè , malcontento della regina e dei ministri si ritirò a san Maur, ove tosto corse ad unirsi a lui moltissima nobiltà. Il duca d’Orleans si recò a visitarlo, c lo indusse a far ritorno. Per giustificarsi egli intervenne a parecchie assemblee del parlamento , accusò il coadiutore ivi presente di uno scritto pubblicato contra lui, ed ebbe vive contestazioni con questo prelato. Si videro allora tre partiti; quello della regina che aveva dal canto suo Bouiliou e Turenna; quello del principe che era stato seguito dai duchi de la Rochefoucault e de Nemours; e quello dei Frombolieri che avevano alla lor testa il duca d’Orleans e il coadiutore. Nel 7 settembre il re entrando nel-l’anno suo quartodecimo, tenne un parlamento reale in cui fu dichiarato maggiore. Il principe di Condè si ritirò nel suo governo di Guienna , ove apparecchiossi ad una nuova guerra civile. Il re parti di Fontainebleau verso la metà di ottobre, e si recò nel Berry, che dal principe di Condè era stato levato a rivolta. Bourges per rientrare nel-l’ordine non ebbe d’uopo che della presenza del monarca. Quinci egli giunse il 31 a Poitiers donde spedi il maresciallo d’IIarcourt per far levare al principe di Condè l’assedio di Cognac, la sola piazza di Saintonge che aveva ricusato dichiararsi per lui. II principe fu costretto ritirarsi. Nel ag dicembre il parlamento avendo inteso che il cardinale era ritornato a Sedan , pronto a riporre il piede nel regno, pubblicò un editto di corrergli addosso e di vendere tutte le mobilie del suo palazzo, dal quale ricavato sarà prelevata, dice il decreto, una somma di ccn-tocincjuantamila lire, per esser data a c/uello che rap-