DEI BE DI FRANCIA trovarlo al Louvre , ov’erasi già trasferito (i) e nell’avvici-narglisi lo presentò di una bella sciarpa bianca ricamata. Enrico dopo averlo abbracciato gli diede la propria, e lo creò sul punto maresciallo di Francia. Nel giorno stesso il monarca fece il suo ingresso in Parigi attraversandolo sino alla cattedrale in mezzo ad immenso popolo, che non ristava di gridare: viva il re! Questo buon principe a quei che gli erano da presso disse: Fedo bene quanto questo povero popolo sia lirannizzato (2). Al suo giungere la guarnigione spaglinola erasi ordinata in battaglia ne: dintorni del Tempio per timore di venir attaccata. Il re sti- fiulò col duca di Feria una capitolazione, mediante la qua-e se gli permise di ritirarsi colle sue truppe. Vedendole il re a marciare davanti a lui, disse in sorridendo: Raccomandatemi al vostro padrone , ma non ritornate pia. La memoria della dedizione di Parigi fu consacrata il at) marzo con una processione del clero di tutte le Chiese che esistevano allora nella città, e di religiosi mendicanti, alla quale assistettero il re, le corti sovrane, il Castelletto ed il corpo civico (Fissa rinnovavasi ogni anno il dì 22 marzo). Fu richiamato il parlamento da Tours e riunito a quello di Parigi. Ma siccome quest’ ultimo era opera della lega, fu obbligalo di dar giuramento di fedeltà al re; lo che non fu richiesto all’altro. Tutti i corpi e gli ordini religiosi fecero lo stesso, eccettuati i Cappuccini ed i Gesuiti, che dichiararono non poter farlo senza il permesso del papa. Alcuni giorni dopo (27 marzo) si restituirono al re la Bastiglia e il castello di Viricennes. Vil-lars-Brancas dopo una spinosa negoziazione maneggiata da Rosni, rimise al re la città di Rouen, da cui ebbe in compenso, come aveva chiesto, la carica di ammiraglio in un ai governi di Rouen e dell’ Ilavre, dodicimila lire in denaro sonante, e un brevetto di sessantamila lire a titolo di pensione. In tal guisa Enrico comperò la maggior parte (1) Enrico quando si vide al Louvre disse al cancelliere: "Debbo io credere di esser qui ? Più che vi penso, meno il comprendo. Ciò non è opera umana,, ma del cielo. (2] TI re recatosi a renare presso il palazzo della riltà, disse guardando i suoi piedi nel porsi a lavol:»: Mi sono ben bruttato di fango nel venire a Parigi, ma non ho s/narrilo i miei passi. T. V. 2 r