DEI RE DI FRANCIA lui fratello. Prctcndesi che il famoso Nostradamus, avendo tirato il suo oroscopo , abbia predetto che il suo regno sarebbe sanguinoso e malaugurato lo che non confermò clic troppo il vero (le Laboureur). Ebbe a padrino nel battesimo l’arciduca Massimiliano, che fu poscia imperatore, decimo di‘nome; ciò che Io fece chiamar dapprima Massimiliano , ma nella cresima gli fu conferito il nome di Carlo che scordar fece il primo. Siccome alla morte del fratello egli era minorenne . l’amministrazione del regno venne affidata a sua madre, e fu dichiarato luogotenente generale il re di Navarra Antonio di Borbone. Erasi voluto persuadere al duca di Guisa di prendere le sue misure per procurarsi la prima autorità nel governo durante la minorennità sotto pretesto dell’ interesse di religione. Egli rigettò il consiglio dicendo non essere nè di Dio nè della ragione P usurpare il diritto,e l’ autorità altrui (Brantome). Il primo atto del nuovo governo fu di porre in libertà il principe, di Condè. Gli stati d’Orleans convocati dal're defunto si aprirono il i3 dicembre. L’esempio del tragico fine del re Enrico lì non aveva ancor spento il furore dei torneamenti tra la nobiltà francese. Si credette dover rallegrare con uno di questi giuochi pericolosi il serio degli affari (i). La conseguenza ne fu egualmente funesta. Enrico di Borbone, marchese di Beaupreau, principe de la Roche sul Yon, fu gettato a terra avendo il suo cavallo urtato contra quello del conte di Maule-vrier, e rimase così gravemente ferito che spirò indi a poco in età di quattordici anni. Gli stati si terminarono nell’anno 1060. Quello che risultò di più osservabile fu l’ordinanza resa in proposito di materie ecclesiastiche e giudiziarie. Con un articolo di questa ordinanza, si tolse ai baili e siniscalchi l’amministrazione della giustizia , prescrivendosi che d’allora in poi sarebbero di veste corta, col cui mezzo 1’ esercizio della giustizia rimase ne’ loro luogotenenti, ciò che terminò la distinzione di veste corta c veste lunga, cioè a dire di spada e toga. L’anno dopo (1) Un inviato della Porta sotto il regno di Cario VII, presente ad uno di questi/-ophal-tiixienli giudicò più sanamente di loro: O questo 'è un giuoco, diss’egli, ed è troppo ; oppure si fa davvero e non basta.