CRONOLOGIA STORICA il cavaliere Giovanni Carouge e Jacopo le Gris, scudiere e favorito di Pietro II conte d’ Alencon. La moglie del primo accusava il secondo di essersi recato presso lei mentre suo marito trovavasi a Terra-Santa e di averle usato violenza; ciò che egli negava ed ella non poteva provare con testimonii. Carouge nel duello riportò subito una ferita alla coscia, ma raddoppiando il suo coraggio e la sua forza , la collera che lo animava rovesciò il suo avversario e gli conficcò la spada nel corpo. Il vinto fu giudicato colpevole, giusta i pregiudizii di quella stagione, e per conseguenza il suo cadavere, dato in mano al carnefice, fu trascinato pel graticcio. Per altro egli era innocente, e qualche tempo dopo un reo prossimo ad essere giustiziato per altri delitti, confessò di aver lui commesso quello di cui era stato ingiustamente accusato le Gris. L’anno i388 sopra inchiesta di Giovanni di Folle-ville prevosto di Parigi, il re staccò da questa carica quella del prevosto dei mercatanti da lui conferita a Giovanni Giuvenale degli Orsini, padre dello storico dello stesso nome che divenne poscia arcivescovo di Reims. Il palazzo civico fu nel tempo stesso repristinato sotto la giurisdizione municipale, ed ivi fermò sua stanza il prevosto dei mercatanti. L’anno i38g dopo una tregua conchiusa per tre anni coll’Inghilterra, Carlo fece celebrare a san Dionigi il 4 maggio un uffìzio solenne pel contestabile Guesclin. Quattro cavalli della scuderia del re, riccamente bardati, furono da quattro principi presentati in offerta. Il vescovo d’Auxerre nell’ufficiare montò in cattedra dopo P offerto-rio, e pronunciò una concione patetica in elogio del defunto. E questa, per quanto pretendesi, la prima orazione funebre che sia stata pronunciata in Francia ; ma si prende errore, poiché Gilberto vescovo d’Evreux aveva recitata quella di Guglielmo il Conquistatore Panno 1087 in occasione dei funerali di questo principe , giusta Orderico Vital. Ma nessuna forse aveva avuto sino allora maggior effetto di quella di Guesclin, se si dà fede ad un poeta contemporaneo che in quella occasione compose alcuni versi.