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CRONOLOGIA STORICA
Filippo il Bello dal lato di sua madre Isabella, sorella al re Carlo IV. In capo a due mesi la regina sgravossi il i.° aprile di una figlia che fu chiamata Bianca, e Filippo allora montò sul trono e fu riconosciuto re dagli Stati senz’opposizione di sorta. Il 2<j maggio susseguente fu consacrato a Reims in un alla regina sua sposa dall’arcivescovo Guglielmo di Trie. Questa cerimonia destò tanta allegria che fu seguita da una festività che durò per quindici giorni. Filippo non istette ozioso sul trono. Due mesi circa da che v’era salito si recò a far guerra ai Fiamin-ghi ribellati contra Luigi loro conte , di lui congiunto , e con grande rischio di esser preso, riportò sopr’essi il 23
o	24 agosto segnalata vittoria a Cassel (Vcd. i conti di Fiandra ).
    L’anno i32g il re d’Inghilterra avuto ordine di recarsi a far omaggio della Guienna a Filippo , adempì a tal dovere dopo qualche temporeggiare il 6 giugno nella cattedrale di Amiens in mezzo ad una pompa che quanto elevava il feudatario , umiliava d’ altrettanto il vassallo. I re di Boemia, di Navarra e di Majorica onoravano di lor presenza la cerimonia, in un ai duchi di Borgogna, di Borbone, di Lorena, dei conti di Fiandra, d’ Alencon, di Beaumond-le-Roger, dei grandi uffiziali della corona e di un gran numero di prelati, tutti in piedi ai lati di un magnifico trono, su cui stava assiso il re di Francia coperto di lungo manto di velluto violetto, sparso di gigli d’ oro, incoronato con un diadema sfolgorante di gioie e con in mano uno scettro d’ oro. V’intervenne pure Odoar-do con numeroso corteggio vestito di una lunga veste color cremesi picchiettata di leopardi d’oro colla corona in testa, la spada al fianco e gli speroni dorati. Ma quando si avvicinò al trono, il gran ciambellano gl’intimò di levarsi la corona, la spada e gli speroni e di porsi ginocchioni innanzi al re sopra un quadrato che gli si aveva preparato. Egli obbedì non senza provarne dispetto. Poi
lo	stesso ministro gli disse: « Sire, voi, come duca di ss Guienna, divenite vassallo ligio del re mio signore ch’è » qui presente e promettete di prestargli fedeltà e lealtà ». Odoardo borbottò sulla parola ligio pretendendo non dovere che l’omaggio semplice, e chiese un termine per