DEI HE DI FRANCIA undici giorni (i). Jl suo corpo venne trasportato a san DioJ nigi. Un mese prima della sua morte egli aveva emanato un editto a Ecouan contra i Luterani che fu subito registrato in tutti i sette parlamenti, perchè allora non ve n’ erano di più. Trasferitosi poi egli stesso a quello di Parigi, aveva fatto arrestare cinque consiglieri sospetti di eresia e ordinato s’ istituisse loro processo. La sua morte sospese il giudizio. Questo principe aveva una forza e una destrezza prodigiosa per gli esercizii di corpo, ed era egualmente dotato di eccellenti qualità di cuore e di spirito, ma vennero eclissate dall’ascendente che prese sopra di lui Diana di Poitiers duchessa di Valentinois, alla quale tutto doveva cedere. Le spese eccessive che questa favorita e quelli da lei protetti, gli fecero incontrare, l’obbligarono a sopraccaricare i suoi sudditi d’imposizioni, che non ad altro servirono che ad arricchire que’cortigiani. La sua prodigalità fu tale che alla sua morte la corona si trovò indebitata per quarantadue milioni. Sotto il suo regno si perdette il gusto per le buone lettere, che cede il posto allo spirito di galanteria, il quale non produsse clic romanzi e poesie lascive. Enrico lasciò di Caterina de’Medici da lui sposata, come si è detto, l’anno 1533, Francesco che qui segue, Carlo Massimiliano che fu poi Carlo IX, Edoardo Alessandro, che fu Enrico III; Ercole detto dappoi Francesco, duca di Aleucon nato il 18 marzo 1554; Elisabetta nata il i3 aprile 1545, e maritata con Filippo II re di (1) Brantome ( Vies des hommes ili. T. VII p. 57) riferisce che questo principe avendo voluto far trarre il suo oroscopo alla presenza ilei contestabile ile Montmorenci, gli fu predetto che sarebbe morto in duello, ed aggiunge che il re volgendosi a Montmorenci gli disse: vedete compadre mio qual morte mi si presagisce ! Ah Sire, gli rispose il conte-stabile con maschio e forte tuono : volete voi prestar fede a questi pazzi che sono mentitori e ciarlatami Lasciatemi gettar questa cosa al fuoco. Perchè? soggiunse il re, talvolta dicono anche il vero ; d'altronde sarei indifferente a morire di questa od altra morte purché morissi per mano di un prode. Nel tempo stesso senza riguardo al consiglio del contestabile ordino all’ Aubespine secretario di stalo , di conservare l’oroscopo. Il contestabile nel ritornare dal fatale torneo, cui era stato testimonio , mandò a pregar 1’ Aubespine di recargli quella predizione : Ahimè! esclamò egli dopo averla letta, ecco il duello in cui doveva morire ; è deciso ; egli è bello e mirto»