DEI RE DI FRANCIA naio i4y3 (N. S.), gli restituì il Rossiglione c la Cerda-gne, c con l’altro di Scnlis conchiuso il 23 maggio col re de’Romani gli cedette le contee di Borgogna, di Charoláis c d’Artois. Erano esse la dote stata stipulata pel matrimonio dell’ arciduchessa Margherita col re di Francia. La principessa fu dopo ciò ricondotta in Fiandra dove poscia sposo l’infante di Castiglia. Si ommette qui qualunque riflessione su questi due trattati così sorprendenti, giacche si presentano da sè stesse allo spirito di ogni leggitore sensato. L’anno i494 Carlo, eccitato da Lodovico Sforza reggente del Milanese, si pose in marcia per l’Italia nel mese di settembre alla testa di venticinque a trentamila uomini, senza denaro e senza munizioni da guerra , lasciando il governo dello stato alla regina , al duca di Borgogna ed all’ammiraglio di Graville. Tutti tre disapprovarono una tale spedizione e Graville aveva fatto anche dei tentativi per distoglierne il re. Ma Stefano di Vese, ciambellano c Guglielmo Briconnet vescovo di san Malo , che gli aveva ispirato un tale disegno , resero inutili le rimostranze dell’ammiraglio. La regina accompagnò il re sino a Lione, ed ivi si stabili per essere più a portata di fargli passare al-l’uopo dei soccorsi. Carlo nel partir da Lione vi lasciò ammalato il maresciallo des Querdes, conducendo seco d duca d’ Orleans e i marescialli de Gie e de Rieux. Des Querdes morì pochi giorni dopo la partenza del re , che in lui perdette un gran capitano egualmente che un saggio consigliere. Se quest’uomo eccellente fosse vissuto, il vantaggio ch’egli aveva sullo spirito del suo padrone, avrebbe fatto prevalere il consiglio de’suoi ministri più giudiziosi eli’ era quello di fare il conquisto del Milanese e di Genova invece che recarsi all’ estremità dell’ Italia, e pel rigore del verno, senza denari, nè viveri correrdietro ad un regno del quale non potevasi conservare la proprietà se prima non possedevasi Genova e Milano , e di cui egli non lasciava che il titolo a suo nipote, cugino di Carlo Vili Questo tiranno dopo che il re si riebbe dal vaiuolo che lo aveva trattenuto in Asti, si recò ad incontrarlo a Vigevano, e per distoglierlo dal prendere i suoi quartieri nel Milanese, gli diede una somma di denaro per la sussistenza delle sue