DEI RE DI FRANCIA 287 dell'’ammiraglio (1). Il re diede nel 6 luglio un quarto editto di pacificazione, al quale ricusarono sottoporsi parecchie città ugonotte. I)i questo novero fu quella di San-carre ; essa trovavasi assediata da sei mesi e continuava a difendersi con un9ostinazione che pareva disperata; finalmente ridotta agli estremi si recò alla Certosa il 19 agosto dopo aver durante 1 assedio, che costò alla Francia quarantamila uomini, rinnovati tutti gli orrori di quello di Gerusalemme. La vigilia di quest’ avvenimento (18 agosto) giunsero a Parigi da Polonia ambasciatori per annunciare al duca d’ Anjou che la loro repubblica lo aveva eletto a suo re (2). La baronessa di Retz (Caterina di Clermont) rispose in latino per la regina madre. Poscia la regina di Navarra cui andarono a presentarsi senza eh’ ella se lo aspettasse, rispose ad essi nella lor lingua in modo ancor più elegante. Riguardo ai signori francesi, essi intendevano cosi poco il latino che due soli se ne trovarono che, potessero intrattenersi con que’stranieri, benché fossero stati mandati espressamente per sostenere in questa circostanza P onore della nobiltà francese. Il principe si pose in marcia il 28 settembre per recarsi a prender possesso del trono offertogli. Fu accompagnato.dal re c dalla regina sino a Vitri ( V. Enrico re di Polonia ). I due partiti erano sempre in guerra nella Lingua-doca. Verso questo tempo se nc formò un terzo che chia-mossi dei Malcontenti e dei Politici , capi del quale erano il duca d’ Alencon e i Montmorenci. Ad essi unironsi parecchi religionarii. La regina madre avvertita l’anno i5y/f (1) Il contestabile nella sua spedizione di Guienna diceva freddamente recitando il s'uo uffizio : impiccale questo qui; annegate r/uesi altro. Tutta la famiglia'del cancelliere era ugonotta. ‘L’ammiraglio nel curarsi, i denti, aveva sempre I*aria di meditar qualche impresa. (2) Il duca d’ Anjou avendo scritto al re «no fratello per fargli parte di sua elezione, ecco la risposta che ricevette : Fratello mio, Dio ci ha fatto grazia che voi veniste eletto a re di Polonia: io ne son si contento che non so cosa dirvi. Lodo Dio di buon cuore, perdonatemi; la gioia in impedisce di scrivere. Non so che dire. Fratello mio, ho ricevuto ta vostra lettera; io sono vostro buon fratello ed amico. Qual cosa più toccante del disordine di questa lettera ! Quanto sarebbe a desiderare che i re ne scrivessero spesso di simili ( Gal. Philosoplu ) !