8 Al letto di morte chiamò i grandi del regno : e con molti e terribili giuramenti li strinse alla fede del giovane imperatore Urosio, figliuol suo. Aveva già egli in sua vita partito a vari governatori le varie provincie ; le più soggette alla guerra, a’ propri fratelli : ma ogni due anni se ne faceva rendere conto, sapendo che qui piena auctoritate funguntur, nec examini sunt obnoxii, vix diu in officio et inter rectos limites consistunt. Nondimeno in soverchia forza erano costoro cresciuti : che la guerra e 1’ orgoglio occupavano troppo i pensieri di Stefano; e dello sfoggiare le apparenze della potestà ne’ suoi luogotenenti aveva di bisogno egli stesso, a tenere in rispetto sudditi tanti e novelli. Tra’ suoi più potenti erano tre fratelli Merliavcevic, d’una povera famiglia di Livno, ma nelle canzoni del popolo fatta di sangue regio : Uliesa, Goico, e Vucàssino : Goico, che aveva titolo di logoteta *); Uliesa, di proto-spatario, comandante Romania e Macedonia: Vucàssino, grande scudiere, aveva la Mesia orientale, e l’occidentale Bulgaria. Successe a Stefano, Urosio, che fu diciassette anni imperatore di nome : fin dal 1355 sposo ad Anca di Valacchia; ultimo de’ Nemànidi. Egli imperatore di nome: ma i suoi capitani, sempre armati, e sovente ribelli, lo combatterono sino in campo. Ed egli visse or da questo or da quello, in disonorevole rifugio ed ospizio codardo. Innocenzo VI liberò Venezia dalla fede ad Urosio giurata : finché di sventura in sventura fatto prigione da Vucàssino, e poi fuggito, sotto la mazza del crudele uomo perì. Ebbe fama di santo: e pio era. Fondò a Scopia una chiesa: un’altra, Elena, madre sua, la quale, ora avversa ora riconciliatagli, visse a Dio gli ultimi tre anni, rinchiusa in un monastero. Vucàssino, fatto, con Uliesa, grande e dal valor suo e *) Logoteta e Protospatario : dignità della Corte Bizantina.