DEI RE DI FRANCIA 129 di mangiare tre zuppe nel vino ad onore della Trinità. Nel romanzo di Perceval leggesi la cosa stessa praticata dagli antichi p*odi. Guesclin non lasciò che un figlio naturale avvegnaché fosse stato maritato due volte. Il re Car- lo non gli sopravvisse che soli due mesi. Egli morì nel castello di Beauté-sur-Marne il 16 settembre i38o in conseguenza di veleno amministratogli dal re di Navarra venti anni prima. Egli era nell’ anno quarantesimoquarto del-l’età sua e diciassettesimo del suo regno. Si protrasse la sua tumulazione sino al 4 ottobre attesa l’assenza de’suoi fratelli e del duca di Borbone di lui cognato, che si credette dover attendere per tale cerimonia. In questo mezzo il corpo rimase per otto giorni depositato all’ abazia di sant’Antonio des-Champs. Egli aveva ordinato col suo testamento di essere tumulato presso sua madre nella cappella da lui fondata , e a’ suoi piedi fosse posto Bureau de la Riviere di lui ciambellano tosto che questi fosse morto. Carlo aveva sposato 1’8 agosto i35o Giovanna figlia di Pietro I duca di Borbone. Questa principessa che da lui era chiamata il Sole del suo regno , e che meritò questo titolo per le sue qualità di corpo, di spirito, e di cuore, morì nel parto il 6 febbraio i3y8 (N.S.). Ella fu madre di nove figli, tre dei quali sopravvissero al padre loro, cioè Carlo che segue, Luigi duca d’Orleans stipite del ramo regale di questo nome e di quello che cominciando da Francesco I assunse il nome di Valois, 0 di Orleans-Valois, e Catterina la cui nascita die’ morte a sua madre. Giovanni de Berry, conte di Montpensier, sposò Catterina che morì il mese di ottobre 1388. Carlo V colla sua sincera pietà e perizia nel regnare si acquistò il soprannome di Saggio che la posterità gli ha conferito. Montando il trono aveva trovato quasi che disperati gli affari del regno, ma colla sua prudenza seppe raddrizzarli e li condusse a tale stato di prosperità che formò l’ammirazione di tutta Europa. Senza uscire dal suo gabinetto egli tolse agl’ Inglesi quanto avevano perduto i suoi antecessori alla testa delle più numerose armate. Odoar-do III, quel fiero e formidato nemico della Francia diceva con ¡stupore vedendo i progressi di Carlo: che non vi era re, che così poco si mostrasse in armi e che gli