CANTI ILLIRICI 173 Nè di cosa sbigottì, 365 Nè di cosa Marco vergognò: Veramente in Rosanda attonito, E di Leca un po’ vergognando, Riguardava alla terra nera. Questo vede Leca il capitano: 370 Guarda la sorella, riguarda i Signori, Se alcun de’ prodi parlasse O a lui o alla gentile fanciulla. E quando vede che i Signori si tacciono, Egli ragiona alla sorella sua: 375 Scegli, dolce sorella, quale a te piace Di questi giovani tre Signori. Se a te, sorella, sta in mente Prendere, sorella, un buon prode Che la fronte a noi possa illustrare 380 Illustrare in ogni torneo, In ogni torneo comparire, Prendi, sorella, Cralievic Marco; Va seco in Prilipa città: Quivi a te sarà bene. 385 Se a te, sorella, sta in mente Prender, sorella, un gentil prode Cui di forza e bellezza non è pari, Nè è di portamento e di viso In tutta la terra da’ quattro venti, 390 Prendi, sorella, il voivoda Milósio; Va seco nel piano di Cossovo: E lì pure a te sarà bene. Se a te, sorella, sta in mente (364) Od sta. Dante : Nè per me lì potea cosa vedere. [Ptirg., XX, 150]. (374) Razumljuje. Come nell’italiano ragionare vale e pensare (379) Salmi: Illuminet vultum suum super nos. [Ps., LXVI, 2]. (384) Lett. Non sarà male a te. dire-