CANTI ILLIRICI 318 (Al capitano comandò uccida i maschi e le donne vecchie, le giovani meni schiave, e che il resto del bottino sia suo. Combattono quindici di: mancano a’ Montenegrini polvere e palle; che i Veneziani avevan vietato vendergliene. Ne tolgono quante possono a’ Turchi feriti o morti). 80 Ma Iddio manda (sia lode a lui!) Non so di donde un buono amico, A cui nel cuor ne doleva. E di notte e’ ci manda e vende Alquante migliaia cartucce. 85 I Montenegrini quando ciò videro, Di gioia a saltar cominciarono, Cantando cantici di vittoria Che levano il cuore a prodezza. E il di di domani sull’alba candida 90 Gridarono il nome di Dio: Sul padiglione turchesco diedero Come lupi su bianche pecore. Sgominarono i Turchi a schiere, Disperserli dal monte e da’ poggi, 95 Dall’alba alla nera tenebra. Li sospinsero poi fino a Brógiana. Allora a Gicca toccaron ferite: Ferito lo portarono i Turchi, Ch’e’ narri di Bossina al visire (81) Di Cattaro forse. (83) No (no avverbio. Noe tu. (88) Virgilio : . . . exultantiaque haurit Corda pavor pulsans. [Oeorg. Ili, 105-106, e anche Aen. V, 137*138]. (89) Sjutra dati: crastina dìe. (93) A schiere intere e’ n’ andavano fugati, non rotti. (94) Gorom i planinom.