io6 CRONOLOGIA STORICA Odoardo con trentamila uomini freschi e bene agguerriti, sconfisse compiutamente un’armata di quasi centomila tran-cesi, la più parte indisciplinati, d’altronde spossati dalle tati-che di una lunga marcia e che in quel giorno stesso avevano divorato sei leghe sotto un sole ardente susseguito da dirotta pioggia. In questa giornata fatale perirono da venticinque a trentamila uomini dell’ armata francese; poiché non vi fu riscatto nè pietà, dice Froissard , così avendo fermato tra essi gl’ Inglesi. Tra i morti contatisi il re di Boemia, il conte di Alencon , il duca di Lorena, i conti di Fiandra, di Blois, di san Poi, Luigi d’Harcourt fratello di Goffreddo, e gran numero di gentiluomini. Filippo fu di questo numero, ma l’ultimo a fuggire dopo aver riportate due ferite l’una nel collo e l’altra nella coscia. Egli trovavasi ancora sul campo di battaglia quando vide a cadere a’suoi piedi colla corda al collo il perfido Goffreddo di Harcourt, a cui la vista del cadavere di Luigi di lui fratello aveva ispirato i più vivi rimordimenti. Questo spettacolo fu di consolazione pel re nella sua sciagura. Egli perdonò senza stento ai colpevoli. Si cavalcò tanto il re , dice pure Froissard, di'ti giunse al castello del-/’ Ambroie . ... Il re disse al castellano , aprite, aprite, eli è lo sfortunato re di Francia (1). All’ indomani della battaglia, se si presta fede allo stesso storico, i Francesi in parecchi scontri perdettero ancor più gente che non in quel dì medesimo. Dopo sì strepitosa vittoria Odoar-do si recò ad assediare Calais ove comandava Giovanni di Vienna. Prevedendo bene che quel valoroso capitano opporrebbe ostinata resistenza, fece edificare, giusta lo stesso Froissard , tra la città, la riviera e il ponte di Calais alberghi e abitazioni. La durata di quest’assedio fu quasi di un anno intero. Finalmente la totale mancanza di viveri obbligò il comandante a chieder capitolazione. Odoar-do vi appose per condizione che sei notabili di Calais gli fossero consegnati in camicia e colla corda al collo per (1) Tale è la lezione del manoscritto di Berna che noi giudichiamo preferibile a quella dello stampato che porta: Si cavalco allora tanto il re chi ei giunse al castello de la Broye . ... il re disse al castellano: aprite, aprite, è la fortuna della Francia»