DEI RE DI FRANCIA 36c> guardavano le finanze , l’ordine di eseguirli quali verrebbero spediti, allorquando dopo averne sentite le rimostranze, il re giudicasse a proposito ordinarne il registro. Il rigore dell’inverno non sospese punto le ostilità in Alemagna. Il ly gennaio 1642 il conte di Guebriant alla testa delle truppe di Francia e di Hesse, forzò Lamboi e Merci entro i loro trincieramenti a Kempen. Vi furono duemila imperiali uccisi e cinquemila fatti prigionieri, nel numero dei quali i due generali che furono spediti in Francia e rinchiusi nel castello di Vincennes. Questa vittoria rese i Francesi padroni dell’elettorato di Cologna, e fruttò a quello che l’aveva riportata, il bastone di maresciallo. Il re quando ne ricevette la nuova, disponevasi a fare un viaggio in Catalogna per mostrarsi ai nuovi suoi sudditi. Egli partì di Parigi il 25 gennaio seguito dal cardinale che ogni sera lo raggiungeva in cammino. Caduto ammalato il cardinale in Narbona, il re continuò la sua marcia ed entrò col suo esercito nel Rossiglione, di cui sottomise parecchie piazze. Mentre stava davanti- a Perpignano, fu scoperto un trattato del duca d’ Orleans cogli Spagnuoli segnato il i3 marzo a Madrid dal conte duca d’Olivares in nome' del re di Spagna e da Fontrailles in nome di Monsieur, trattato che tendeva a sovvertire lo stato e a perdere il cardinale. Il duca di Bouillon e il marchese di Effiat di Cinq-Mars eranvi nominati. Il re recatosi a Narbona per conferire col cardinale , Cinq-Mars ebbe 1’ imprudenza di accompagnarvelo. Egli fu arrestato il i3 giugno, e il 23 del mese stesso il duca di Bouillon fu pure arrestato a Casale in m^zzo all’annata cui egli comandava in Italia. Monsieur credette trarsi d’impaccio coll’accusare, com’era solito, i suoi complici, e coll’umiliarsi ; ma perdette tutti gli onori debiti alla sua nascita, i quali furono soppressi, gli fu tolta la sua guardia, fu spogliato dei suoi principali possedimenti, e costretto a soflrire affronti vivissimi, ai quali tenne dietro l’esilio. Il duca di Bouillon se ne liberò colla rinuncia fatta al re del suo principato di Sedan , da cui ricevette in cambio alcune terre di un reddito maggiore. Il cardinale fu poi inflessibile rapporto a Cinq-Mars che gli doveva la sua fortuna, T. V. 24