220 CRONOLOGIA STORICA cito di trentamila uomini, a cui si unì l’imperatore Massimiliano con ventitremila uomini di truppe, stipendiate da Enrico unitamente al loro signore. Egli cominciò coll’ assediar Terouenne. Il governatore di Picardia de Piennes assoldò truppe per approvigionare di viveri e di munizioni la piazza e vi riuscì. Ala nel ritorno il suo esercito fu sorpreso dal nemico a Guinegate presso Terouenne e posto in rotta. Questa giornata fu chiamata degli speroni, perchè i Francesi fecero maggior uso di loro speroni che non dell’armi. Il duca di Longueville e il cavaliere Bajar-do che non vollero seguire i fuggiaschi, furono fatti prigionieri. Questo fatto trasse seco la perdita dr Terouenne clic capitolò il 23 agosto. Gli Svizzeri in numero circa di trentamila con Jacopo di Wateville a condottiero, accompagnati dalla cavalleria alemanna sotto gli ordini del duca di Wurtemberg ed il conte di Furstemberg, dalle truppe di Franca-Contea comandate dal maresciallo di Vergi e dietro loro la artiglieria grossa dell’imperatore, giunsero il 7 settembre davanti Dijon , cui tosto assediarono. Questa piazza era allora quasi senza difesa, ma vi comandava un la Tremolile. La risolutezza e la prudenza di questo sommo generale salvarono la città e forse anche il regno, fierch’ esso era in pericolo , da una parte attaccato dal-’ imperatore e dal re d’ Inghilterra e dall’altra dagli Svizzeri, cui nulla trattener poteva dal recarsi a Parigi dopo la presa di quella piazza. La Tremoille nel dì i3 settembre fece un trattato con quest’ ultimi, e gl’indusse a levar l’assedio mediante una somma di quattrocentomila scudi cui si ob-bligò pagar loro. Si pretese di attribuirgli a delitto questo trattato, ma si riconobbe in seguito che non aveva latto se non un colpo di politica assai ben inteso. Il 15 settembre , giusta Thoiras, il re d’Inghilterra si avanzò per far l’assediu di Touruai. Questa città che aveva sempre saputo col valore de’suoi abitanti mantenersi sotto F immediata dipendenza della Francia, a malgrado gli sforzi degli ultimi duchi di Borgogna per soggiogarla, mostrò dapprincipio in tale occasione la maggiore fierezza, che fu tosto poi smentita con jpari pusillanimità. Avvertita dal conte d’Alencon del pericolo che la minacciava, ricusò sdegnosamente i soccorsi di truppe e di munizioni che gli offe-