¡4* CRONOLOGIA STORICA prete secolare secondo Giov. Giuvenale degli Ursini, aringo in sua difesa in un’udienza pubblica clic gli fu accordata I’8 marzo i/JoB. Non vi fu mai apologia più di questa impudente e scandalosa. Nel dì f i settembre veniente vi fu altra udienza, in cui Tommaso abbate di Carisi, e non Filippo di Villette abbate di s. Dionigi, come credesi comunemente, giustificò la memoria del duca d’Orleans per ordine della duchessa sua vedova e rispose alle accuse di Giovanni Petit. Col giudìzio che ne segui, il duca di Borgogna fu dichiarato nemico del re e dello stato. Questo principe stava allora intento a sottomettere i Liegesi. Vincitore di essi egli ritornò trionfante a Parigi. Al suo avvicinarsi il re e la regina si ritirarono a Tours e lo lasciarono padrone della capitale. Pochi giorni dopo il suo arrivo egli fu testimonio e promotore nel dì 18 maggio di un convoglio funebre la cui pompa bizzarra fu il trionfo dell’università. Guglielmo di Tignonville prevosto di Parigi avea fatto impiccare il 26 ottobre dell’anno avanti due chierici studenti convinti di omicidio e di furto sulla pubblica strada. L’ università sostenuta dal vescovo di Parigi e dal duca di Borgogna nemico di Tignonville, reclamò i propri privilegi e tacque dalle sue lezioni sino a che le fosse data soddisfazione. Essa la ottenne così ampia quanto avrebbe potuto conseguirla in una causa migliore. Il prevosto non solamente fu privato della sua carica, che dal duca venne conferita a Pietro degli fissarti; lo s; obbligò pure, dice Guagnin, di trasferirsi alle forche patibolari ove i due rei erano impesi, di baciar loro la bocca, di staccarli colle proprie sue mani e di scortarli sino ai religiosi Mathurini, ove furono trasportati sopra un carro funebre condotto dal carnefice rivestito di una specie di cotta. Ma avvi luogo a dubitare che l’università non per altro abbia ottenuta una così umiliante soddisfazione se non che in vista di uno de’primi magistrati della capitale. Quello eli’è certo si è che i due impesi furono tumulati onorevolmente come si legge sul loro epitaffio e che Tignonville fu in seguito fregialo della carica di primo presidente della camera dei conti; magistratura eminente, a cui verosimilmente non sarebbe pervenuto, se avesse subita l’umiliazione di cui si è detto.