i6o CRONOLOGIA STORICA nominò tic’grandi uffiziali tra i signori che gli erano affezionati, e conservò loro maisempre le stesse cariche e dignità al suo avvenimento alla corona. Allora il duca di Betfort, avendo, come si disse, fatto acclamare Enrico VI in re di Francia, conferì gli stessi posti agl’ nglesi o Francesi che gli erano attaccati. Nel i427 contansi sino a sei granciambellarii. Seorgesi sotto il regno di Carlo VI il primo esempio del talione reale, il cui sistema si rinnovò tante volte. Sino a questo regno , il parlamento cui Filippo il Bello aveva reso permanente, non radunavasi che due volte l’anno. » La debolezza di mente del re Carlo VI e le » parzialità dei principi, dice Pasquier, furono causa che » avendo i loro spiriti bendati altrove , non più si si ri-5> sovenne di spedire nuove liste di consiglieri e con que-» sto mezzo si continuò il parlamento». Può giudicarsi della scarsezza di libri sul principiar del secolo XV dalla difficoltà che avevano i cherici poveri a procurarsi quello ch’era per essi d’uso indispensabile. A favor loro Enrico Beda prete di san Jacopo del Macel- lo a Parigi, al momento di sua morte legò a quella Chiesa nel i4o6 il suo breviario scritto in velina, per esser rinchiuso entro una gabbia di ferro impiombata contro il pilastro il più chiaro e visibile della navata. Quella gabbia era fatta per impedire che non venisse derubato il breviario, e potevansi passare a traverso i cancelli la mano ed il braccio per voltare le carte. La stessa cosa si fece l’anno izj15 a san Severino. Eranvi similmente a Bordeaux, a Senlis, a Laone e in altre Chiese breviarii pubblici rinchiusi entro a rastelliere ad uso degli ecclesiastici che non avevano i mezzi di procurarsene. Prima del regno di Carlo VI era un delitto lo sparare i cadaveri per conoscere la conformazione del corpo umano e le cause delle malattie. Fu soltanto nel 1^96 che fu ingionto ai magistrati di Montpellier con ordinanza di quel principe di consegnare ogni anno alla scuola di medicina il corpo di un reo condannato a morte. Sotto il regno di Carlo VI una giovine salvò la vita ad un reo condannato a morte coll’ offrirsi di sposarlo. Ecco lettera di grazia dell’anno i38a. v Ilennequin Oou-