DEI RE DI FRANCIA 455 nella città stessa in un all’ imperatrice Ermengarde sua moglie. Questo monarca dopo la partenza del papa convocò nel mese di ottobre dell’anno stesso un Concilio ad Aix-la-Chapelle per la riforma del clero, e un altro ne fu da lui celebrato nel luogo stesso nel mese di giugno dell’anno dopo per ¡stabilire l’uniformità nell’ordine monastico che venne sottomesso universalmente alla regola di san Benedetto. Per esser mista cotesta assemblea Luigi col consenso dei grandi associò .all’impero il suo primogenito Lotario. Fece nel tempo stesso la divisione de’suoi stati tra i tre figli , e indusse i grandi a promettere con giuramento di osservarla. Bernardo re d’Italia si offese di tale associazione, e ne prese occasione per ribellarsi, pretendendo che l’impero fosse a lui riversibile siccome figlio del primogenito di Carlomagno; ma costretto di sottomettersi, gli furono l’anno dopo cavati gli occhi, per cui morì tre giorni dopo (V. Bernardo re d’ Italia). Luigi entrò allora in diffidenza di tutti i suoi congiunti. Bandì in conseguenza dalla sua corte i suoi fratelli naturali Dro-gone, Ugo e Thierri, lor fece tagliar i capelli, e li relegò in monastero. Quest’ atto però di severità fu seguito da pentimento, e l’anno 8^2 alla dieta di Attigni tenutasi nel mese di agosto, l’imperatore fece pubblica penitenza fier espiare la morte di suo nipote Bernardo, e riconci-iossi co’suoi congiunti cui aveva astretti a farsi monaci. Pubblicò anche ivi un capitolare, di cui importantissimo è il secondo articolo perchè repristina le Chiese nella libertà delle elezioni. Fece quindi partire per l’Italia Lotario , il quale fu dal papa incoronato a Roma il giorno di Pasqua 823. L’anno 825 il zelo di Luigi per l’amministrazione della giustizia lo indusse a pubblicare nel mese di maggio all’assemblea di Aix-la-Chapelle, un ampio capitolare intorno le obbligazioni dei commissarii appellati inissi Dominici, cui sin dai tempi, e fors’anche prima di Carlo-magno la corte era solita inviar tutti gli anni nelle differenti parti del regno. In ogni provincia ve ne aveva due con un vescovo ed un conte, ai quali univasi talvolta uno 0 più abati. Essi avevano dovere d’ invigilare sulla eoa-