CANTI ILLIRICI 145 Prega Iddio, anima mia cara, Che salvo dal campo i’ ti torni; A te, anima mia, buona sorte tocchi. 115 Prenderò te a fida sposa. E andarono i tre capitani guerrieri. Quelli pel campo oggi io cerco. — Or dice Orlovic Paolo: Sorella cara, fanciulla di Cossovo, 120 Vedi, diletta, quelle aste guerriere Vie più alte e più fitte. Lì corse il sangue de’ prodi, Al buon destriero infino alla staffa, Alla staffa e allo sprone ; 125 E al guerriero, al serico cinto. Lì tutti e tre ti perirono. Ma tu vanne alla candida casa ; Non insanguinare i lembi e le maniche. — Quando la fanciulla udì le parole, 130 Versa lagrime dal bianco viso. Ella va alla bianca sua casa Lamentando dal bianco petto: Ahi misera! mala sorte la mia! Se, misera, a un verde pino m’apprendo, 135 Anch’esso, verde com’ è, seccherebbe. — (124) Le due voci dicono la staffa e la coreggia di quella. Io pongo in quella vece gli sproni. (135) Una copia dalmatica ha queste varietà: Vuk. Zagukala bjele rukave. Dalm. Zaghernula. V. u Kossovo ravno. D. bojno. Non è il solito aggiunto; ma bene appropriato a campo di tante battaglie. V. Po razboju ^estitoga kneza. D. onog Zar Lazara. N. Tommaseo - Canti Illirici. 10