200 CANTI ILLIRICI 110 Così, Demo, non fanno i valenti, Ma scannano il cavallo od il falco, Dissetansi del sangue dal collo. — Dicegli Demo del Monte: Nè io scannerò cavallo nè falco, 115 Ma te scannerò, Cralievic Marco, E berò il sangue del collo. — E trae la spada temperata, Per iscannare Cralievic Marco. Dicegli Cralievic Marco: 120 È qui, Demo, un bianco albergo, E Agnolella, una maledetta ostessa: Ora di me farà vendetta. Assai vino le smaniai, E non le diedi nè un soldo. — 125 A Demo non parve vero. In quel mentre calarono all’osteria; E scende l’ostessa Agnolella. Quando vede legato Marco, Marco con gli occhi le ammicca. 130 Sorride l’ostessa Agnolella: Bravo il prode de’ prodi! Dio bono, d’ogni cosa a te lode; Poich’ i’ vidi in catene Marco ! Ti darò bere, Demo del monte, 135 Senza bianchi parà nè danari, Se vuoi, ben tre bianchi dì. — E sotto Demo il cavallo prese; Conducelo nel bianco albergo: (122) Qui la nota parola santificarsi. Vendetta, a chi non sente l’amore altissimo, pare giustizia giusta. (131) Prode ch’hai vinto un gran prode. (134) Vale: ti manterrò. Il vino è il più. Come nella voce simposio. (135) iyargento. I Oreci chiaman àa^pa i danari, e i Bretoni anch'essi bianco il soldo.