DEI CALIFI 3 7 sua clemenza e moderazione, di cui la storia ci conservò il tratto seguente. Uno schiavo che aveva commesso un fallo che pareva meritargli la morte, venne a gettarsi ai piedi del califo recitando queste parole dell’Alcorano: IL paradiso è per coloro che reprimono la lor collera ; al che gli soggiunse Hasan di non essere punto in collera. I.o schiavo continuò e per coloro che perdonano i falli. Vi perdono i vostri, soggiunse il principe, c lo schiavo continuando il versetto Dio ama, disse, soprattutto gli uomini che fanno bene a chi gli ha offesi. Quando è cosi, riprese il califo, io vi dò la libertà unitamente a quattrocento dramme d’argento. MOAVIA 1, 6.c Califo. 4i dell’ Egira (661 di Gesù Cristo) Dopo l’abdicazione di Hasan, MOAVIA, figlio di Abou Soffian, e pronipote di Ommiah della tribù dei Koreisiti, fu riconosciuto per califo di tutto l’impero musulmano. I servigi da lui resi avevano determinata la sua elezione, e il suo governo non fece che giustificarla. L’anno 4^ (665 di Gesù Cristo) egli spedi il generale Ben Iladidje per compiere il conquisto d’Africa. Gli Arabi non furono soltanto intesi a distruggere questa regione. L’anno 5o ( 670 di Gesù Cristo) Oueba, o Akbè, successore di Iladidje, fondò la città di Kairoan, dodici leghe distante dal mare presso il deserto di Barca. Il commercio, le arti e le lettere la resero in seguito una delle più floride città del mondo. Non rimase ai Greci nell’ Africa che la sola Mauritania tingitana in un alla spiaggia marittima che si stende da Cartagine sino allo stretto chiamato oggidì di Gibilterra. Ma Kuscilè principe moro, radunati sotto i suoi vessilli i Romani f#ggiaschi ed i Berberi, popolo del paese detto oggidì Barbaria, ne formò un esercito numeroso col quale s’ impadronì di Kairoan dopo sanguinosa battaglia vinta contra Oucba che perì nella zuffa. Kuseilè non tu contento a questo conquisto. Egli tolse ai Musulmani anche tutti quelli da essi fatti nella Bisacene. Dall’ altra parte Yesid, figlio del califo, accompagnato dal generale