DEI RE LATINI 0 FRANCHI EC. *9 scssarono degli averi de’Cristiani, e misero in ferri quanti trovavansi in Egitto. I Veneziani soffersero in tale occasione gravi perdite. A loro istanza Pietro acconsenti di interromper la guerra, e stipulossi un trattato di pace, con cui si convenne si restituissero d’ambe le parti i prigionieri, ed avesse il re di Cipro la metà del diritto che le mercanzie pagavano a Tiro, a Baruth, a Seid, ed Alessandria, a Dainietta, Tripoli, Gerusalemme e Damasco , il qual diritto consisteva in un denaro ogni dieci. Si convenne inoltre che tutti i Cristiani, che avessero un passaporto del re di Cipro non pagassero i cinque fiorini di Firenze per entrare in Gerusalemme. Ma tale trattato mal osservato dai Musulmani , fu apertamente violato in capo a diciotto mesi. Il re Pietro coll’aiuto dei Genovesi, e dei Rodii, equipaggiò un’ altra flotta di centoquaranta vele, colla quale si diresse a Tripoli, da lui presa colla spada in mano, e di là recossi a Tortosa, Laodicea, Bolinas ed altre città sulla spiaggia di Siria, da lui prese e incendiate^ e dopo ciò vedendosi abbandonato da’ suoi alleati fece pace con Schaban sultano d’ Egitto. L’ anno i36ti mentre stavasi in Roma per procurare novelli rinforzi, gli Armeni vedendosi senza re, gli conferirono il vacante trono della lor monarchia ridotta pressoché al nulla. Jacopo di lui fratello si recò tosto a prenderne in suo nome il possesso. Pietro lasciò Roma e il u8 settembre dell’anno stesso, imbarcossi per Cipro} ove poco dopo il suo arrivo gravemente ammalò, e la sua malattia fu di sette settimane. Durante la convalescenza volle andar a caccia e toglier fece da suo figlio al cavaliere Enrico Giblet visconte di Nicosia due bei cani, lo che occasionò una rizza tra il figlio di Giblet, ed il giovine principe. Il re prendendo le parti del figlio si vendieò non solamente sul figlio di Giblet, ma ancora sulla sua figlia} condannando il primo a lavorare co’suoi schiavi in una casa che faceva edificare, e dar fece la tortura alla sorella in presenza del padre, dei fratelli del re, ed altri signori, per aver ella ricusato di sposarsi con uno de’suoi domestici cui voleva maritarla. I testimoni di questa scena, eccettuali i principi, pieni d’indignazione, giurarono insieme di fame perire l’autore , ed entrati la