CANTI ILLIRICI 235 Cade Vuco sulla verd’erba. Allor sopraggiunge Marco di Prilipa; Lega a Vuco le man dietro, 210 Legagli e piedi e mani, L’appende del cavallo alla sella; E prende l’agil cavallo. Poi va al figliuol Velimiro, Li lega un dietro l’altro: 215 Poi li butta attraverso alla cavalla; La cavalla lega dietro al destriero. Va diritto alla candida Prilipa: Ambedue gitta in carcere. Una lettera scrive del generale la moglie, 220 E la manda alla candida Prilipa: Per Dio, fratello, Cralievic Marco, Non mi perdere Vuco generale, E il figliuol mio Velimiro. Chiedi, Marco, quel ch’a te piace. — 225 Giunge la lettera a Cralievic Marco: Quand’e’ vede quel che a lui la lettera dice, Allora Marco altra lettera scrive: O fida moglie di Vuco generale, Lasciami tre amici miei, 230 E dà loro tre some di moneta: E lasciami il vecchio Tópliza, E dàgli tre some di moneta, Che il prode molto tempo perdè. E dà a me tre some di moneta; 235 Perch’ho straccato il mio destriero. Del resto, o generalessa, Ecco costì Milosio di Pogeria: (214) Il testo, delle mani dice sveza, ligat-, delle mani e de’ piedi saveza, col-ligai: de’ due insieme, priveza; non ben reso da alligai. (233) Dangubio. Una voce.