LA MORTE DI STEFANO DUSCIANO. Semplice racconto, che raffazzona a suo modo la storia, e fa de’ principi Serbi quel che fecero i romanzi de’ Reali di Francia; ma impresso di nobile affetto. Non vedi un re, ma un morente che raccomanda il proprio figliuolo al compare delle sue nozze; a quello che sta per usurpargli il retaggio. Non pensi all’eredità dell’impero, ma a questo bambino che riman solo in mano all’avido traditore e alla misera madre. Li compiangi come s’e’ non fossero di sangue regio, ma simili tuoi. La morte e l’infanzia, imagini sacre, t’empiono l’anima. Vucassino, l’usurpatore, si scusa di rifiutare a tempo e a diritto quel che desidera a vita e a rapina; si scusa dicendo male del suo proprio figliuolo. Questi biasimi in bocca del padre sono a Marco Cralievic scusa e quasi encomio. (Stefano Sire di Serbia ammala a morte): Quando ciò vede l’imperatrice Roscanda, Colla penna scrive com’uomo: Ella scrive tre quattro lettere, Mandale alle quattro parti 5 Per tutto in giro il suo impero; Tutta la Signoria in ordine chiama. (2) Muska strana: parte d’uomo. Pare che possa accennare alla creazione della femmina; per la quale e femmina e maschio son due parti dell’essere stesso. E però forse i Greci anco la femmina dicono àvSpw7roc. (3) Tri forse aggiunto da chi non sapeva il verso giusto. O forse le tre lettere giravano per più mani da tutti i quattro venti.