DEI GRAN MASTRI Dì MALTA scovi accusavano ì cavalieri ili abusare de’ lor privilegi per ¡scuotere il freno dell’episcopale autorità, e i cavalieri d’altronde rimproveravano ai prelati di esser cosi duri verso i lebbrosi di non permetter loro nemmeno di aver chiese particolari benché non fossero ammessi nelle pubbliche. Queste lagnanze reciproche furono portate al Concilio generale di Laterano tenutosi nel mese di marzo 1179, e l’assemblea vi fece ragione ordinando i cavalieri si restringessero entro i limiti de’ lor privilegi senza venir meno all’obbedienza da essi debita ai vescovi, c questi accordassero una chiesa, un sacerdote, ed un cimitero separato ai lebbrosi che vivevano in comune (Yertot T. I. p. 229-231). Frattanto Saladino continuava i suoi conquisti in Palestina. L’anno 1184 i gran mastri de’due Ordini si unirono col patriarca Eraclio per recarsi in Occidente a reclamare nuovi soccorsi , e questi stessi gran mastri spediti l’anno 1187 dal re di Gerusalemme al conte di Tripoli per negoziare tra loro un trattato, giunsero a Nazaret il 3o aprile. Quando una lettera che ricevettero dal conte gli avvertì di evitare l’incontro del principe Afdhal figlio di Saladino, che doveva all’indomane fare una corsa sulle terre dei Franchi sotto promessa di non far danno a ehi che sia. Ma invece di seguire quest'avviso essi scrissero frettolosamente a tutti i cavalieri dispersi nelle vicine fortezze di recarsi tc^to a raggiugnerli e adunatine cinquecento, il giorno dopo portaronsi a disfidare il principe musulmano che aveva una truppa di settemila uomini à cavallo. Il combattimento che seguì, fu uno dei più accaniti di quanti se n’ erano dati dal principio delle crociate. Quasi che tutti i cavalieri col gran mastro degli Ospitalieri rimasero sul campo. Quello dei Templari trovò la sua salvezza nella fuga. Dopo la battaglia gli Ospitalieri cercarono il corpo del lor capo e Io scoperso sotto un mucchio di Turcomani e Saraceni da lui passati a fil di spada, 0 immolati dai cavalieri dopo la sua morte al loro risentimento. Fu recato a Tolc-maide per celebrargli gli onori funerali. Roggero de’ Mulini è il primo che si veda nelle carte qualificato per gran mastro.