DEI SCIIAII OSSIA RE EC. 219 di quella nazione , egli giudicò a proposito di mettere a I>rofitto le ricchezze naturali de’suoi stati già neglette dai ’ersiani incapaci pel loro carattere indolente e disapplicato alle operazioni laboriose e complicate che richiede il commercio. IN’è furono vane le sue speranze, poiché gli Armeni trapiantati che furono nella Persia si abbandonarono al gusto che avevano portato seco dalla patria , e da quell’ epoca diffusero per tutto il mondo il commercio persiano. Uno dei primi frutti che ne ritrassero, fu di edificare presso Ispahan una città da essi chiamata Sulfa 0 Julfa: al presente è considerabile e si governa con proprie leggi sotto la direzione di un Kalentner, che corrisponde ad un giudice di polizia. L’anno ^98 dell1 Egira (1590 di Gesù Cristo) Schah Abbas stabilì la sua residenza in Ispahan, di cui fece la capitale de’suoi stati. Questa città che oggidì ha dieci leghe di circuito va a lui debitrice de’ suoi primi ornamenti. Egli cominciò il vasto e superbo palazzo che fu ultimato da’ suoi successori nel Meidan o Mercato, uno dei più grandi e dei più belli siti della terra. L’anno 1025 dell’Egira ( iGizj di Gesù Cristo) col soccorso degli Inglesi scacciò da Bender-Abassì i Portoghesi che se n’erano impadroniti due anni [iriina, e vi avevano eretto due forti. L’anno io3i del-’ Egira il 19 di dgioumadi II, (i.° maggio 1622 di Gesù Cristo) coll’aiuto degli stessi alleati , discacciò pure i Portoghesi dall’isola Ormus, ove facevano un traffico considerevole, e coi conquisti da lui fatti contra i Mogolli ed altre nazioni, dilatò di molto i limiti dei propri stati. Morì questo principe verso la fine di rabiè II io38, (dicembre 1628 di Gesù Cristo) a Casvin. 11 valore d’Abbas, la sua magnificenza, la cura che prese per far fiorire ne’ suoi stati le arti e il commercio, il reggimento esatto che vi introdusse, gli meritarono il soprannome di Grande. Ma a queste belle qualità egli accoppiava de’ gran vizii che ne olluscarono lo splendore. Egli era sospettoso, scaltrito, crudele, invido della gloria de’suoi sudditi, ed avido dei lor beni: immolò i suoi quattro figli a ingiuste suspicioni, perseguitò tra’ suoi ministri quelli clic gli avevano resi i più importanti servigi; metteva a contribuzione quanti lo avvicinavano, e studiava incessantemente nuovi spedieuti