278 CANTI ILLIRICI Se a me creder non vuoi, Quando sei ’n cima al monte, 45 Guarderai da diritta a manca; Vedrai due snelli abeti: Tutto il monte con le cime hanno vinto, Con la verde fronda adornato. In mezzo a loro un pozzo d’acqua è: 50 Ivi il destriero volgerai: Del cavallo smonta, all’abete lo lega; Conduciti sul pozzo dell’acqua, E guarderai il viso tuo, E vedrai quand’abbi a morire. — 55 Di ciò ebbe Marco ubbidita la Vila: Quando fu in cima al monte, Guardò da destra a manca; Vide due snelli abeti: * Tutto il monte con le cime hanno vinto, 60 Con la verde fronda adornato. Lì Marco volse il destriero, Ne smontò, all’abete legollo; Conducesi al pozzo dell’acqua, Nell’acqua il suo viso guardò: 65 E quando Marco ebbe il suo viso guardato, Vide Marco ch’e’ deve morire. Lagrime versa; poi disse: Bugiardo mondo, fior mio giocondo! Giocondo mi fosti, ma ben per poco! (46) Nadvisile. — Virg. Aera vincere summum Arboris. [Georg., II, 123-124], (52) Nadnesise. Recati. Ma conduciti dice meglio lo stento di chi è presso al morire. Del resto e questo modo illirico, e il Fertur in arva volans [Aen., V, 215] di Virgilio, e il recarsi nostro, dimostrano che portarsi non sempre è francesismo barbaro. (68) M’ingegno di rendere i suoni : Laxiv svjete, moj ljepi svjete. Ma nota i tanti i che fanno dolcezza e lamento.