DEI RE LATINI 0 FRANCHI EC. Vili. ENRICO IL ia85. ENRICO, figlio di Ugo III, nato l’anno iajr, fu sostituito al re Giovanni di lui primogenito die morì senza figli. Egli si fece incoronare ad Acri nel dì 27 dicembre 1286 in re di Gerusalemme, dopo di avere, secondo Sanudo, sforzato il castello di quella città difeso da Ugo Pelichino a prò di Carlo li, d’Anjou re di Napoli. Giunta a Napoli la nuova di questo avvenimento, il conte d’Artois reggente del regno durante la prigionia del re, fece confiscare tutti i beni dei Templari ed Ospitalieri per aver dati soccorsi in questa spedizione al re di Cipro. L’anno 1291 sul finire di marzo, Enrico accorse in aiuto d'Acri assediata dal sultano d’Egitto Kalil Ascraf} ma il i5 maggio susseguente vedendo il nemico in atto di dar l’assalto, fuggì vilmente nottetempo con tremila uomini delle truppe che aveva seco condotte , e tre giorni dopo la sua fuga cadde Acri in poter del sultano. Enrico non diportossi più vigorosamente in Cipro. Amauri di lui fratello per suggerimento dei baroni del paese usurpò il governo l’anno i3c>4, nè gli lasciò che il solo titolo di re. Scorsero quattr’anni senza che 1’usurpatore avesse incontrata veruna opposizione. Quando l’anno i3o8 Enrico istigato da’propri partigiani si determinò a fare de’tentativi per riprendersi la sua autorità assicurato da essi di sostenerlo. Essi si raccolsero con lui al palazzo del siniscalco di Nicosia, ma Amauri avvisato della trama, si recò ad attaccarli. Enrico si difese con molto valore, ma abbandonato da’ suoi cadde nelle mani di suo fratello , che lo tenne per qualche tempo presso di sè. Accorgendosi poscia che la sua presenza cominciava a rinnovellare le sollevazioni, lo mandò il 1.° febbraio i3og a suo fratello Oassimo re d’Armenia, che lo rinchiuse nel castello di Lambrone. Enrico tosto che si vide arrestato, lagnossi con lettere a papa Clemente V, del procedere del fratello, rappresentandogli che essendosi arrogato tutto il potere non gli aveva lasciato che l’ombra di re. Amauri d’altronde procurò giustificarsi presso Sua Santità coll’ addurre che