190 CANTI ILLIRICI Bisogna ch’egli abbia trovata la dama: 135 E viene portarci la taglia, Gli sa male, dell’oro ch’ha a dare: Però s’è forte crucciato. Ma ite dinanzi al nostro cortile, E il guerriero accogliete bellamente: 140 Dinanzi quieti inchinatevegli ; Il buon destriero fermategli, Prendetegli il destriero e l’armi; Lasciatelmi sotto la tenda. Non vo’ l’oro; piglierò il capo suo; 145 Per avermi cavallo da me. — Corsero dell’Arabo i servi, -A Marco il buon destriero per prendere: E quando vicino riguardarono Marco, Non osarono innanzi a Marco uscire. 150 Fuggono i servi sotto la tenda dell’Arabo, E si nascondono dietro l’Arabo i servi; Copron le spade co’ cappotti, Che Marco lor non vegga le spade. E Marco nel cortile entra solo: 155 Dinanzi alla tenda smontò dal destriero; Al suo destriero così parlò: (134) Valja. Convien dire. Anco i Toscani hanno in simile senso bisogna; e certi dialetti bigna e gna. Valjati vale a’ Serbi e convenire e valere^ perchè valore e convenienza, merito e necessità morale, sono in nobile affinità. (136) Xao da zio: come saper male per dolere. (140) Smirno. Mirt vale pace e quiete e misura. Perchè non è pace senza moderazione ; e moderazione degli atti e de’ movimenti genera quiete ne’ corpi, negli animi tranquillità. (145) Prema sebe. Prema e pram, affine al prae, ch'ha senso anco a’ Latini talvolta comparativo. (146) Ispadosce. Labi a’ Latini ha senso di correre. (147) Prime: ha qualcosa del prendere. E Pre è suono quasi imitativo del metter mano alla cosa. (148) Ugledasce — in-spexerunt. Nel viso: e pel viso, nell’animo. (151) Krija: xpurcTw.