6 Onde vedi che queste erano istituzioni antichissime, e che, siccome il Porfirogenito afferma, la potestà suprema era piuttosto destinata a recare il potere de’ baroni a unità, che a restringerlo tutto in un solo uomo. La qual costituzione non poteva non essere propria a nazione composta di piccoli municipii, a cui la famiglia e il paese era patria. Di qui segue ancora l’autorità molta del clero, il quale ne' piccoli luoghi veramente governa, e dall’ angustia del potere è tenuto in freno a non ne abusare. E sebbene la storia non ci dia di ciò documenti assai chiari, credo si possa affermare che la stirpe regia de’ Nemànidi, appunto per aver troppo voluto assorbire in se la potenza baronale, e la sacerdotale comprimere, abbia preparata a se e alla nazione la finale rovina. L’indole serbica non è usurpatrice,, ma pacifica nel valore, e ilare e casalinga. I Nemànidi vollero farle forza : nazione possente della sua piccolezza e rada la vollero condensare in impero. Di qui gli odii interni, e gli esterni terrori. A’ Greci fu turpe cosa invocare salvatrice la spada ottomanna : ma l’avidità di Stefano Dusciàno a questa turpitudine li tentò. Dal duodecimo secolo incominciano i Nemànidi a sorgere : prima gran bani *) di Rascia, poi re, da ultimo imperatori. Dugendodici anni si continuò in quella stirpe il dominio per dieci principi, il cui stemma era un’ aquila bicipite con due gigli. Fu loro crescimento il decrescere di Bisanzio. Nel 1165 Stefano, l’avo d’otto re e due imperatori, il quale sedeva in Rassa nel bel mezzo di Rascia, invade la Macedonia ; uomo, al dir di Niceta, d’inquieto animo e insaziabile. Il figliuolo di lui, primo re coronato, ebbe moglie Eudossia figliuola d’Alessio terzo imperatore; la quale da lui ubriacone e adultero fu cacciata via come adultera in camicia cincischiata. Radoslavo il figliuolo di *) Bario: Dignità di Governatore tra’ popoli Slavi e in Ungheria, con poleri ampli un tempo, poi più e più ristretti. (Dizionario).