DISSERTAZIONE CMX ultime sedute della Dieta il' Ausbutgo apertasi nel 27 giugno i58s, propose d’ introdurre nell’ impero il Calendario gregoriano, e dice il Pfeffel che questo progetto ragionevolissimo sarebbe stato di buon grado accolto sull’istante, se gli Stati non si fossero trovati offesi dal tuono assoluto col quale il papa avea ingionto loro di attenersi al suo Calendario. Vi si opposero quindi a voce unanime; ma poi nell’anno 1584 l’imperatore, mercè le cure che se nc diede Ernesto di Baviera elettore di Colognia, impegnò gli Stati cattolici dell’ impero a ricevere il nuovo Calendario. I Protestanti continuarono a seguire l’antico. Se non che caduta la città di Strasburgo sotto il dominio di Francia, adottò essa il Gregoriano il 5 febbraio 1682 dietro le insinuazioni del La Grange intendente di Alsazia. Il troncamento dei 10 giorni fu fatto in questo mese, in cui cominciò il i.° marzo secondo il nuovo stile (Pon-tier Cabinet des Grands p. 207 e Schsepflin Als. illustr. T. 11. pag. 343). Finalmente Panno 1698 i Protestanti dell’impero cominciarono a lavorare dietro un nuovo Calendario. Il (4 ottobre (V. S.) di quest’anno, Echart Weigel, dotto matematico di Iena, propose alla Dieta di Ratisbona la maniera di eseguire tale riforma. L’ argomento venne discusso tra i corpi degli Stati sedicenti evangelici : altri matematici vennero nello stesso tempo consultati, ed il i3 Settembre 1699, il corpo dei Protestanti concluse c decretò che si leverebbero dal 1700 gli ultimi 11 giorni del mese di febbraio, e che la festa di Pasqua si celebrerebbe non secondo il ciclo dionisiaco ammesso dal Calendario giuliano, ma giusta il calcolo astronomico. In conformità a questa decisione comparve nel 1700 un nuovo Calendario sotto il titolo di Calendario corretto cui Weigel pretese essere più esatto che il gregoriano, col quale s’accorda a dir vero per la quantità dei giorni dell’ anno e per la disposizione delle settimane, ma differisce da esso per la maniera di determinare la Pasqua, e le feste mobili che ne dipendono. Infatti invece di fissare invariabilmente l’equinozio di primavera al 21 marzo, come fa il Calendario gregoriano, ili quello dei Protestanti lo si determina con un calcolo fondato sulle tavole rodolfine, 0 kepleriane dei moti celesti, e ciò senza il soccorso dei