DISSERTAZIONE xxxix sione di un numero di quest’anni per abbreviarne la data, soprattutto quand’essa vi è ripetuta. Nella storia dei vescovi d’Auxerre, noi troviamo che il vescovo Arduino fu trasferito a quella sede in principio anni millesimi trecentesimi quinquagesimi in Nativilatc Domini, c dodici linee dopo, egli da-di là passò al vescovato di Magalona, oggidì di Montpellier anno quinquagesimo tertio curiati romanac (vale dire incominciando l’anno a Natale) more autem Gallicano (ch’.era di cominciar l’anno a Pasqua) anno quinquagesimo sccundo in festa Purifìcationis Jìea-te Mariae. Co storico omise due volte questa data anno millesimotrceentesimo* E vero eh’è facile di supplire perch’ essa si trova alla testa del racconto:; ma si rimarcano di somiglianti omissioni in alcune date che non sono punto ripetute , o che non furono precedute da date intere. La prima edizione di Marziale in 4-° l>a questa Data : Impressum Fer-rariae die secunda julii 31LXA l, invece di MCCCCLXXÌ (Maittaire). Del pari la prima edizione di Guglielmo di Paris è dell’anno MLV, in luogo dell’anno MDLV. La lettera di Erasmo, eh’è premessa alle opere di san Cipriano è dell’anno MXIX, invece che del MDXIX (i). Avvi delle Date in cui non si vede che l’apno del scoolo in corso per esempio XXI, per MCCCCXXI, XXXIV, per MCCCCXXXIV. Leggosi in uno scritto dell’ Imitazione attinente all’abazia di Molk, eh’esso fu compiuto die Kiliani 34, cioè il giorno di sati Ciliano (8 luglio) 14^4 i eti in .un altro, anno ai, ciò che vuol dire 1421. Fu osservato da don Mabillon ( Dipi. 1. IL c. u3, n. 17) e da altri ancora , che anche negli stessi diplomi rinvengonsi esempii (1) Un’altra osservazione, che cade qui in acconcio di fare sulla Data che leggesi sul fine degli antichi libri stampati, si è di’essa non è sempre la Data dell’impressone, ma talvolta invece quella della composizione dfrll’opera; giacch- i primi tipografi avevano il costume di copiare, a guisa dei* copisti a mano, tutto ciò eh’essi trovavano sui manoscritti. Cosi quando si legge alla fine dell’edizione di Johannes de Tambaco: De Consolarono Teoiogiae , che essa fa compiuta l’anno i368, questo dee intendersi della composizione, e non dell'impressione (Don Legipont, Dissert, Philologico-Bibliographicuc p. 29 e 3i ).