266 CANTI ILLIRICI Senza male, per astuzia magna: Sul buon cavallo pezzato si sdraiò; 15 Sulla sella chinossi col petto: Così va per la regia città. Un buono incontro avvenne a Marco: L’incontra Alì agà dell’ impero, E dietro all’agà trenta giannizzeri. 20 Alì agà disse a Marco: O prode Cralievic Marco, Vieni allo steccato, che facciamo al bersaglio. E se a te Dio e la sorte dà Che tu vinca oggi al tiro, 25 In premio a te le mie bianche case, E nelle case la mia ricchezza, E la donna, mia fida moglie. Ma s’io te vinco oggi al tiro, Non ti cerco nè casa nè moglie: 30 Se non che t’impiccherò, E farò mio il tuo guerriero cavallo. — E dice Cralievic Marco: Lasciami, Turco maledetto: A me non fa il saettamento tuo. 35 Ma ecco grave male mi colse; Grave male, scioglimento forte. Nè sul cavallo reggermi posso: E come fare al bersaglio? — (13) Teschi: grave. (22) Se nadstreljujemo. — Il na (s’è già detto) unito al verbo, dà al verbo- il senso di fare a gara, e così vincere. (27) Verna da viera. Bello ch’anco nell’illirico fede e fedeltà si congiungano* L’amore di donna degno è religione anch’esso. (29) Tette: Vix. Questo tantino solo. (31) Osvojti simile alYimmiare di Dante: in altro senso. [Parad., IX, 81 : S’io m’intuassi come tu fimmii. — Inluiare è entrare in lui, immiare è entrare in me, intuare è entrare in te (,Dizionario) ]. (36) Ljuta. Vale e acre, e irato, e acido: quasi come il forte nostro.