CANTI ILLIRICI 65 Allora dicono i tre trecconi : Or ascolta, giovane Bulgaro: Se il cavallo non dai a baratto, Noi a forza te lo torremo. — 250 Ma risponde Milosio Voinovic: La Forza piglia poderi e città: Come a me non ha ’1 cavallo a pigliare? Piuttosto darò il cavallo a baratto, Che non posso a piè viaggiare. — 255 Poi rattiene il suo baio ; Porge la mano sotto la pelle dell’orso : Que’ pensano che la staffa egli levi ; Ed e’ leva l’aureo busdóvano, E percuote Vuco Oiacoviza. 260 Come lieve il percosse, Tre volte Vuco in tondo girò. Dicegli Milosio Voinovic: Tant’uva ti faccia Nell’amena Giacoviza! — 265 Gli scappa Gianco di Nestopoglia: Lo raggiunge Milosio in sul destriero; Lo percuote nel mezzo delle spalle vive. Quattro volte e’ si girò in tondo: Tienti bene, Gianco di Nestopoglia! (248) Dasc: come il latino. (250) Da Voitia. Come in italiano il casato Guerrieri, Battaglia, e simili. (251) Possente ne’ canti illirici l’ironia, ma di quella sincera: e però possente. Com’è la dantesca. (253) Volint. Risponde a malo. (254) Piesce una voce, come pedes, itis. (256) Che copriva il cavallo. (257) Dal piede. (258) Lett. il sestopenne, il busdovano dalle sei punte. (263) Canzona la loro ricchezza, che a lui promettevano pane. Tant’uva abbi tu, e tu tante mele, quanto bene voi a me profferite. (264) Culta. Pitomoj. (267) Per dire che il colpo non ito in fallo. N. Tommaseo - Canti Illirici. 5