3.4 OSSERVAZIONI ilo morì; poicliè i 70 eli’egli si avea quando procreò Àbramo coi 75 che avea Abramo quando mosse d'Haran dopo di aver reso gli estremi ufficii a suo padre, compongono il giusto numero di 145 anni per tutta la durata della vita di Tare; e quest’è l’età precisa ebe gli assegna il solo testo samaritano, che in ciò perfettamente consuona coi tre passi della Scrittura testé citati; laddove per trovare eh’ egli mori a ao5 anni, è forza dire che egli non abbia generato Àbramo che all’età di i3o anni, e che in tal guisa non solamente Abramo non sia stato altrimenti il primogenito de’suoi figli, quantunque la Scrittura lo dica sempre il primo, ma convicn dire ancora eli’esso non venne al mondo che (io anni dopo il suo primogenito, poiché Tare cominciò ad esser padre all’età di 70 anni. Tutti questi sensi sforzati che convien dare alla Scrittura Santa per rinvenire ao5 anni di vita in Tare , sono per noi una nuova ragione di preferire il testo samaritano all’ ebraico rapporto alla cronologia dei patriarchi posdilwiaiii. E qui cade in acconcio di osservare che dando la preferenza alla cronologia samaritana, non si si scosta punto dalla regola di S. Agostino da noi citata, cioè di preferire gli esemplari scritti nella lingua originale e primitiva in confronto di quelli che non sono che versioni in un’ altra lingua. Noi non abbatidoniam questa regola poiché 1’ antico c vero samaritano non differisce dall’ebraico , come già si disse, fuorché nei caratteri, di cui nel testo samaritano si son conservati i veri e più antichi della lingua samaritana; mentre gli Ebrei delle due tribù essendo rimasti luugo tempo nella Caldea . ed essendosi familiarizzati colla scrittura del paese , Esdra dopo il ritorno in Gerusalemme, trascrisse i libri santi co’caratteri caldei, i quali oltre eh’ essi erano già conosciuti dagli ebrei, sono pure molto più nitidi, e più all’occhio appariscenti che i caratteri samaritani. Ma in tutto il resto, il pentateuco samaritano , e 1’ ebraico si rassomigliano interamente , meno le varianti, e gli errori dei copisti che possono rinvenirsi sì nell’ uno che nell’ altro , come se ne scontrano negli altri libri della Scrittura Santa. Non si si allontana già dunque dalla regola data da S. Agostino, dando la preferenza al testo samaritano sul testo ebraico,