— XIII — III. Ma di ciò che nel venturo libro sarà svolto, non è tempo nè d’un cenno per compendio ora che non la squisita minuziosità dell’ erudito, ma la divorante impazienza del giornalista è precorsa dalla vertigine dei fatti compiuti da eserciti alati come le anime e più davvero possenti della turchesca fatalità. Per accennare le cure date alla ristampa, ho reso meno incomodi i richiami al contento, mi sono indotto a correggere dov’ era evidente e sicuro errore, e ho aggiunto, nelle note, l'indicazione dei passi citati. Rare postille, tratte, quanto potei, dai Sinonimi e Dizionario suoi, e distinte con asterisco nella Prefazione e, dopo, tra parentesi quadre. Nell'indice, mancante all’edizione originale, ho compreso, pur senza numerarli, i canti riferiti nelle note, e le varietà più cospicue. Arricchiscono questa edizione parecchi bellissimi canti, sparsi dal Tommaseo, com’era da lui, in libri diversi, qui raccolti da me con la speranza di trovarne di nuovi e forse d’inediti, perchè con atteso animo lavorò il Tommaseo la intera vita ai « sovrani canti di quel’umile popolo », se anche, per ragioni esposte nel Secondo Esilio, non adempiè la promessa delle Scintille : « Voglio un mese dell’anno consacrar la mia voce alla povera gente illirica; eh’anco qui rimanga una qualche scintilla della mia fiamma, e questi colli ignudi echeggino alla buona novella dello spirituale amore del quale vorrei essere banditore e martire ».