CANTI ILLIRICI 343 25 Tristi arre sono su voi : Sanguinanti a voi l’ale fin da collo, E sanguinanti i becchi insino agli occhi. Di che sangue vi siete voi dissetati? Donde volati di corto? 30 È ella sana ed allegra l’oste? Saltan egli i cavalli sotto a guerrieri? Sventolan eglino sugli eserciti le bandiere? Fremon eglino i Turchi siccome lupi? È egli il mio pascià capitano dell’oste? 35 Manda egli le schiere sui monti ? Gli menan eglino schiavi d’ogni sorta? Ha egli assai villani alla catena, E accanto a lui schiave gentili ? S’alza egli lo strillo de’ villani alla catena, 40 Gli danzan elleno le schiave gentili ? Hann’eglino i Turchi la preda partita? E al pascià, come ad anziano, datone? (I corbi rispondono): Strillavano i villani in catene, Ballavano le villiche schiave (25) Obiljxia, le arre date alla sposa : qui vale indizio e promessa di dolore : il dolore, eh’è consorte dell’anima umana. D’annunzio simile in Dante: Non è nuova agli orecchi miei tale arra. [Infer., XV, 94]. (29) Interrogazioni simili alle vedute già, con più nomi proprii ; e più languide. (31) Non posso non ripetere Veglino eh’è meno snello dell’illirico li. (38) In una lettera d’Eugenio Quarto : Hominum ac ani/nalium praeda onusti r e de un te s, ducunt quam plurimos simul captivos utriusque sexus, uno fune Ugatos. (39) Lett. fischio. (42) Lett. Data Vanzianità. I corbi rispondono in prima liete novelle, ripetendo affermate a una a una le interrogazioni di lei. (44) Proigrasce. Persultabant.