CANTI ILLIRICI 253 Or ecco, Novaco fabbro! 125 Che tu non ne temperi nè meglio nè peggio. Ed eccoti un cento ducati ; E mantienti la vita tua. — Dàgli cento ducati ; E monta il destriero guerriero: 130 Va diritto alla spiaggia piana : Per tutto erra, e di Musa domanda. Un mattino egli era sull’alba Giù da Clissura alla forte Caciànica. Or eccoti Musa il bandito: 135 Sul morello ha le gambe incrocicchiate; La clava getta alle nuvole, La piglia nelle bianche mani. Quando l’uno all’altro appressaronsi, Dice Marco a Musa bandito: 140 Musa cavaliere, togliti dalla mia strada : O togliti, o mi ti rinchina. — Or dice Musa albanese: Va, Marco, non accattare briga; O smonta che beviam vino: 145 Che io a te rinchinarmi non vo’. Se te generò regina In casa in morbida coltrice, In fine seta t’avvolse, E con aureo nastro fasciò, 150 Nutricò con miele e con zucchero; E me una forte Arnauta Tra le pecore su fredda pietra; In nera rascia m’avvolse, E con tralcio di rogo fasciò; (143) Zavjala, avvolse in fasce; povjala, rinvolse col filo, le fasce strinse.. (150) Od-ranila: e-nutrivit. (151) Ljuta, vale forte, acre, sdegnosa.